L'argomento è lo stesso: Federico Chiesa. Evidentemente eravamo sulla notizia, con il pezzo uscito poche ore fa. Presto, molto presto, il tifo viola dirà la sua. In modo molto chiaro, ed esplicito. Non c’è voglia di aspettare, il momento è adesso. Anche perché l’incontro, annunciato, ci sarà davvero. E poi c’è un in più, un qualcosa che ci piace trasmettere. A Corvino, legato ormai da un filo conduttore a Firenze, piacerebbe essere il dg che riuscirà a trattenere Chiesa a Firenze.

Piacerebbe, appunto. Perché molto, anzi tutto, dipenderà dalle direttive della proprietà. L’uomo di Vernole riferirà le offerte arrivate, presenterà al giocatore una proposta di rinnovo e si metterà da parte. In questo caso, insomma, come accadde per Toni, per Mutu e per altri grandi calciatori ci penserà la proprietà in persona. O Cognigni, che tanto è la stessa cosa. Però Corvino, che chiuderà la carriera a Firenze tra non molto tempo, ha questo sogno nel cassetto. Invece che acquistare, evitare una cessione per qualcuno ‘inevitabile’. In fondo, se il ‘buco’ di bilancio, anche quest’anno sarà di circa venti milioni basterebbe vendere Milenkovic, o Veretout. O magari tutt'e due proprio per stare tranquilli. Ed aumentare il monte ingaggi, o meglio investire su un calciatore che per tutti in questo momento è di un’altra categoria. Anche per lo spogliatoio. Provando a godersi una coppia, Chiesa-Muriel, che in questo momento fa invidia anche alle grandi squadre. Il mese di marzo, in questo senso, sarà decisivo. Nel bene e nel male.

Ma, appunto, mentre per la cessione di Bernardeschi il tifo viola non fece le barricate, questa volta la cosa potrebbe essere diversa. Anche perché il giocatore è diverso, l’età è diversa, la persona è diversa, quella fascia da capitano è diversa. Tutte le carte sono sul tavolo, c’è già una possibile data per mettersi a sedere. Anche perché le due parti, che ultimamente sembravano un po’ distanti, hanno intenzione comunque di parlarsi, di vedere, di capire. Perché ci sono tante variabili impazzite. E una è la figura del procuratore del calciatore: il padre Enrico. Ex giocatore, campione, cittadino di Firenze, persona intelligente. Altrimenti non sarebbe cresciuto un figlio così. Una tutela in più, i soliti ‘giochini’ che alle volte si fanno con i calciatori e con i procuratori, questa volta non avranno ragione di esistere. Il rapporto tra Federico e la Fiorentina, è altra roba. Sarà uno snodo fondamentale.


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