Nella sua rubrica "Il cubo di Kubik", il giornalista di Repubblica Stefano Cappellini ha analizzato la situazione di Commisso dopo la conferma di Iachini, con un paragone politico all'attuale Premier. Questo un estratto del suo articolo: "Commisso non somiglia molto a Conte. Conte il premier, intendo, non l’allenatore. Eppure una cosa accomuna il magnate e l’avvocato: entrambi hanno preso una decisione pur sapendo nel loro intimo che non sarebbe passato molto prima di doversela rimangiare. Conte ha varato la settimana scorsa un Dpcm anti-Covid sorpassato dai fatti e dai numeri dei contagi nel giro di poche ore, tanto che a breve ne avremo un altro, con tutte quelle chiusure e limitazioni che il presidente del Consiglio aveva voluto evitare nel precedente. Commisso, invece, ha confermato Iachini, ma è improbabile – mettiamola così – che l’esonero possa essere evitato in futuro: quando un allenatore è già in bilico dopo sole quattro partite, e non si chiama Sarri o Spalletti, non è cioè il mister che ha saldamente in mano le chiavi del progetto per i successivi tre o quattro anni, allora la domanda da farsi non è più se l’esonero ci sarà, ma solo quando. Perché è difficile pensare che la squadra vista a Cesena non incappi in altre giornate storte. E perché, sebbene per Commisso sia come per Fonzie, ma è dura per tutti ammettere di aver sbagliato, la verità è che quando sei convinto di non avere in panchina l’allenatore del futuro, vuoi che il futuro vero cominci il prima possibile".


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