Sono ormai tanti anni che sentiamo frasi come "i calciatori e i procuratori hanno sempre più potere", "le società calcistiche sono sotto scacco degli intermediari" ecc...Il problema principale però è che poi, alla fine, nessuno dei presidenti dei club di questi argomenti ne parla, almeno in maniera approfondita.

L'unico ad averlo fatto e anche a più riprese, è stato il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso. Anche in tempi recenti ha ribadito il concetto "io non mi faccio ricattare da nessuno" che era rivolto in primo luogo al procuratore di Vlahovic e che ha avuto eco a livello nazionale. Ma reazioni dei 'colleghi'? Zero.

In pratica il numero uno gigliato si ritrova da solo in questa battaglia che invece dovrebbe interessare tutti, dalla big all'ultimo dei club di provincia e questo non solo in Italia. E quando sei da solo capisci che questa è una lotta che non puoi vincere, che puoi continuare a fare ma solo a parole e non con i fatti.

Perché? Che interesse hanno i club a far proliferare la cultura del giocatore-giocattolo in mano all'agente? Difficile da capire, ancor più difficile da spiegare. Non c'è da stupirsi se, in futuro, vedremo crescere i 'cartelli di mercato', con squadre in mano direttamente o indirettamente ad alcuni procuratori. Le bandiere sono finite, sta per vincere la cultura del noleggio del calciatore, parcheggiato a destra e a manca, fino a quando non esplode e si affranca dalla società che lo ha tirato su per poi garantirsi un mega ingaggio e far garantire al proprio procuratore delle maxi commissioni. Vi pare ancora calcio questo?


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