Il malumore di Rocco Commisso sulla questione stadio è cosa nota, un po' meno la degenerazione paradossale, di cui ha parlato ieri mattina il Corriere Fiorentino, che potrebbe prendere la vicenda. Il patron sarebbe pronto addirittura a lasciare la Fiorentina. Provocazione o intenzioni serie? Per il momento ci teniamo buona la prima ipotesi, nella speranza comune che le istituzioni possano recepire il messaggio allarmistico e fare il possibile per agevolare la voglia di investimento del presidente viola.

Quel che sorprende è che un messaggio di tale portata giunga dopo appena undici mesi di reggenza, non siamo proprio all'aut aut ma insomma già un bel pezzo in là. Ma del resto, il motto di Commisso del "fast, fast, fast" vale anche in questo senso. Nessuno vuole immaginare una storia nata così bene, con un'interruzione così brusca e tragica, anche perché Mr Mediacom nulla ha a che fare con i bluff di alcuni sceicchi, su tutti Abdullah Al Thani, che in due anni portò il Malaga prima in Champions per poi mollare la presa e lasciarlo annaspare fino alla dolorosa retrocessione del 2018. Lì alla base di tutto c'erano anche dei problemi finanziari del fondo qatariota, niente a che vedere insomma con il presidente della Fiorentina.

Prospettare un addio dopo neanche un anno può apparire forte come presa di posizione ma utile forse, se poi arriverà uno sblocco definitivo. Quel che serve però a questo punto, è una strada chiara da intraprendere: restyling del Franchi? Mercafir? (la Fiorentina ha già detto che non parteciperà al bando ma non si sa mai...), Campi Bisenzio? Altre soluzioni a sorpresa? Ancora Commisso non ha scelto una via definitiva, come fatto con il centro sportivo. Difficile dunque capire contro quali reali ostacoli si stia scontrando, aldilà delle esigenze sacrosante ben precisate pubblicamente. La Fiorentina prenda una decisione chiara, dopodiché sostenere il suo patron senza esitazioni sarà un po' più facile.


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