Una lunga intervista a La Nazione per il patron Rocco Commisso, che ha parlato di vari temi, tra cui la solita questione stadio e il post Chiesa: "Lo stadio è di proprietà dello Stato da 90 anni e dunque possono prendere i soldi dallo Stato e ristrutturarlo, se vogliono. Per me è pure meglio. Ma perché hanno aspettato Rocco per dire che devono ristrutturarlo? Perché non hanno fatto un concorso internazionale? Ma alla fine ho capito qual è il punto a cui vogliono arrivare.. Il problema è che qualcuno vorrebbe i miei soldi per fare quello che vuole, qualcuno ha interesse a rifare il Franchi con i soldi di Rocco, qualcun altro a guadagnare con i soldi di Rocco. Vogliono che altri prendano decisioni al posto mio. Rotture con il Comune? Non è che si è rotto qualcosa, è che io da quel momento ho imparato qualcosa. E cioè che qui per fare ci vuole tempo, pure quando trovate qualcuno che ha soldi da investire Poi una battuta, a metà tra l'ironico e l'amaro: "Un anno fa ero il dio di Firenze, oggi mi chiamano Attila".

Infine una battuta anche su Chiesa e sul mercato: "Tutti dicono che devo spendere i soldi della sua cessione, ma ancora quei soldi non ci sono. Quando ci sono solo un compratore e un venditore, la situazione non è ottimale".


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