La Fiorentina sta entrando nella settimana più prestigiosa della sua stagione. C’è aria di grande occasione, di gara di altissimo livello, ma anche di strada in salita ripida. Mercoledì 20 aprile non è una data come le altre già da tempo ed è più vicina che mai. Sarà il secondo ed ultimo atto delle semifinali di Coppa Italia, sarà la seconda metà dei 180 minuti di questa sfida (e sia mai che non siano di più), sarà Juventus-Fiorentina. Quella che, per mille motivi, a Firenze è sempre la partita per eccellenza, in quest’occasione si gioca per un traguardo importantissimo, ovvero la finale a Roma.

Già la gara di andata è stata rovente: il Franchi ha accolto i propri beniamini e gli avversari (uno in particolare) con un’atmosfera e una coreografia da brividi. Impossibile dimenticare l’epilogo del match, amaro, purtroppo, per la Fiorentina. Una Viola propensa al suo solito calcio, bello e intraprendente, ha dovuto fare i conti contro la più cinica delle Juventus di questa stagione. Dopo un palo e due mastodontiche occasioni per i ragazzi di Italiano, si è messo di mezzo anche un pizzico di sfortuna, in pieno recupero sulla coscia del malcapitato Venuti.

È finita, quindi, 0-1. Un boccone difficilissimo da digerire, ma con la consapevolezza accresciuta col tempo che i conti sono rimandati a quasi due mesi dopo. Quel momento sta per arrivare e, in questo lasso di tempo tra le due semifinali, è cambiato tantissimo da entrambe le parti. Abbiamo visto una Juve in corsa per lo scudetto fino a poche settimane fa, frenata solo da una gara folle contro l’Inter, che perde pochissimo e sfrutta quel poco che crea. La Fiorentina ha trovato la quadra con Cabral, ha riscoperto gli esterni in chiave realizzativa, ha visto la crescita di singoli come il solito Torreira, Igor e Castrovilli (purtroppo stroncato da un infortunio) ed è forse nel momento più positivo dell’intera annata calcistica.

C’è una montagna da scalare, perché per quanto basti solo un gol per rimettere tutto in discussione, i bianconeri subiscono pochissimo e la loro forza sta proprio in quello. D’altro canto, non è ammesso partire senza speranze, come se fosse impossibile arrivare alla finale. È proprio questo gruppo ad aver insegnato che niente è impossibile, questa parola non esiste nel dizionario Fiorentina. Se guardiamo le tre pretendenti al titolo in Serie A, la Viola è riuscita a strappare un pari all’Inter e ha vinto contro Napoli (ben due volte) e Milan. L’impossibile è stato abbattuto, sia in positivo che in negativo: dal 6-0 al Genoa al 4-0 contro il Torino, dalle tre vittorie contro l’Atalanta alla brutta caduta di Venezia.

Il “tutto è possibile” è un mantra della vita, non solo del calcio. Partire arresi a prescindere è forse l’atteggiamento peggiore da intraprendere, ma anche un qualcosa che non è nelle corde di Italiano e della squadra. A quello proprio non si pensa, anzi, è diventato lecito sognare di tutto.  È una Fiorentina che ha fatto ricredere sia i tifosi più scettici che i nemici, e non si vuole fermare. Nel percorso in campionato, si inserisce quello che è l'appuntamento che può trasformare una stagione fantastica in una stagione storica. Ogni sogno è coltivabile, figuriamoci le speranze riposte in una partita di calcio. Che poi, questa Viola non ha niente da perdere, anzi, sono solo gli avversari che potrebbero rimetterci. Lecito provarci e crederci, poi... que será, será.

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