Questa volta, forse, siamo ad un punto di svolta per il nuovo Franchi. Una storia lunghissima quella dello stadio a Firenze e per ottenere non un impianto nuovo, ma solo un restyling, sia pur radicale, di quello, disegnato da Nervi.

Da Della Valle a Commisso, sullo stadio si sono insabbiati in tanti fin dal 2008, scrive stamani La Nazione, ripercorrendo quello che è accaduto negli ultimi 14 anni.

A lanciare il sasso nello stagno con l’idea di uno stadio tutto nuovo per la Fiorentina fu l’ex proprietario, l’imprenditore Diego Della Valle. Correva l’anno 2008 e lui pensava in grande: 70, 80 ettari per costruire non solo uno stadio per far giocare i viola, ma una vera e propria cittadella dedicata allo sport e alla moda. Un'area individuata: Castello. Ma l'inchiesta Fondiaria congela tutta l'area.

Intanto Matteo Renzi, divenuto sindaco di Firenze, scandaglia tutti i terreni di proprietà pubblica per proporre la soluzione Mercafir, molto ridotta rispetto alle aspettative iniziali di DDV. Nel 2017 i Della Valle presentano un nuovo stadio e un nuovo plastico. Sembra fatta. Ma non è vero. A scendere in campo con un ricorso è Unipol che ha ereditato i terreni Fondiaria dove dovrebbero spostarsi i mercati generali.

Nel 2019, Commisso boccia la Mercafir mentre la Soprintendenza boccia a sua volta l'idea del tycoon italoamericano di abbattere il Franchi per poi ricostruirlo tout court. A gennaio 2021 Dario Nardella rompe gli indugi: "Ristruttureremo da soli il Franchi» e lancia il concorso internazionale. Tre mesi dopo arrivano i 95 milioni del Recovery Fund". Che sia la volta buona?


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