Nella settimana del turno infrasettimanale la Fiorentina guadagna tre punti importantissimi per la corsa verso la salvezza. Tuttavia trentatré punti non bastano per dormire sonni tranquilli, per di più visti i risultati delle altre squadre. Il Cagliari non molla, e i sei punti conquistati in due gare lo dimostrano. Il pareggio tra Genoa Benevento, ma soprattutto il punto strappato dallo Spezia all’Inter capolista. 

Ci sarà da soffrire fino alla fine, in un’annata che non è mai decollata. Una squadra mai realmente gruppo, troppo fragile fin dall’inizio del campionato. Il doppio cambio in panchina e una discontinuità di risultati che ha portato la squadra di Commisso a vivere spesso settimane inquiete. Le critiche di una città, di una tifoseria, quella viola, che pretendono di più dalla loro squadra, da quella maglia col giglio stampato sul petto. Opinioni dure sull’operato della dirigenza viola, su un mercato invernale che oggettivamente risulta difficile da giustificare anche al più comprensibile dei tifosi. 

Sono tante le considerazioni che si fanno e che si dovrebbero fare in merito, ma non ora. A sei curve dal traguardo, non ha senso fare processi a nessuno. Serve compattezza e unità d’intenti. Tra un mese (il 23 di maggio) terminerà il campionato, e da lì in poi ci sarà tempo e modo di programmare il futuro, mettendo sul banco degli imputati i colpevoli dell’ennesima stagione disastrosa di questo club. In una stagione storica che ha visto i tifosi completamente assenti sugli spalti dei vari campi di Serie A, la lontananza fisica del tifo è stato sicuramente un fattore di cui ha sofferto questa squadra. Condizione che si ripeterà anche domenica prossima in occasione di Fiorentina-Juventus, da sempre la partita più sentita dell’anno sulle sponde dell’Arno. Non ci sarà il cosiddetto dodicesimo uomo a spingere Pezzella e compagni verso l’impresa, ma le motivazioni in partite del genere arrivano da sole, e come ci insegna la partita dell’andata tutto è possibile. 

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