“Per molti tifosi e giornalisti sono sempre il cane da bastonare. Ma per me non è un problema, sono cinque anni che vengo messo in discussione: meglio io che un ragazzo giovane”. Era iniziata così, con questo sfogo in quel di Moena, la stagione di Cristiano Biraghi. Uno che, effettivamente, era spesso finito sotto accusa quando le cose non andavano bene in casa Fiorentina.

Parole forti, che dovevano per forza essere seguite da risposte altrettanto convincenti sul campo onde evitare di ritorcersi contro. E Biraghi, che in questa stagione ha ereditato la fascia di Davide, quelle risposte ha saputo darle. Con le prestazioni, in generale tutto sommato positive, ma anche e soprattutto con l’atteggiamento. Quello di un leader, che finalmente si è guadagnato il rispetto dello spogliatoio e della tifoseria.

Gli errori ci sono stati e ci saranno, ma il Biraghi di quest’anno è solo un lontano parente di quello visto in passato. Merito della cura Italiano, che lo ha rivitalizzato insieme a tutto il gruppo, ma anche e soprattutto merito suo. Sempre presente (tranne nell’ultima gara col Verona causa squalifica), autore di due gol contro Cagliari e Bologna. Non sarà il miglior terzino del mondo, però Biraghi è uno che la faccia ce la mette sempre e che sa prendersi le responsabilità: forse, una delle cose di cui la Fiorentina aveva più bisogno.


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