Nell'estate 2020 il matrimonio tra Ivan Juric e la Fiorentina sembrava ormai cosa fatta: sarebbe stata un'evoluzione naturale per la squadra viola, arroccata sulla difesa a tre e fresca acquirente di Sofyan Amrabat, simbolo del calcio intenso dei gialloblù nella passata stagione. I contatti li aveva portati avanti il ds Pradè e le parti sembravano veramente ad un passo dall'accordo, dato che lo stesso tecnico si era esposto mettendo in dubbio la sua permanenza a Verona. Poi la decisione di Commisso, che spiazzò tutti, Juric compreso: per il patron gigliato la decisione migliore era la permanenza di Iachini, con buona pace di chi già si era impegnato con il tecnico croato e di chi, nel gruppo squadra, aveva immaginato un proseguimento tecnico diverso.

Da allora Juric si è sempre espresso con toni piuttosto acidi nei confronti della Fiorentina, con riferimenti più o meno espliciti alla realtà viola, quasi da coniuge tradito. E martedì la squadra che poteva essere la sua, lo affronterà alla disperata ricerca di punti e ossigeno per la salvezza. Il Verona di ieri a Genova è parso per la verità una squadra piuttosto tranquilla, salva ormai da tempo e soddisfatta per il campionato giocato finora. Però il surplus di motivazioni del tecnico potrebbe essere un'incognita non da poco per la formazione viola.


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