In tre soli mesi la proprietà della Fiorentina ha ottenuto risultati insperati sotto tutti i punti di vista


In tre mesi ha riportato l'entusiasmo. In tre mesi ha individuato il terreno per il nuovo centro sportivo a Bagno a Ripoli. In tre mesi ha portato Ribery a Firenze. Fast, fast, fast. Sembrava una battuta, quasi un film americano, o una macchietta della quale sorridere dopo anni di iniziali sui polsini delle camicie. Rocco Commisso, invece, sta dimostrando a tutti come si fa.

Presto, la prima sede della Lega Calcio, aprirà a New York. Altra rivoluzione. Come rivoluzionario è stato tenere Chiesa a Firenze, bloccare le manovre della Juventus. Anche se il ragazzo in un primo momento aveva il muso lungo, non sembrava felice. Il sorriso gli tornerà, dicevano i nuovi proprietari viola. E così sembra essere andata. E poi gli abbracci alla gente, quella genuinità che diciassette anni di Della Valle erano riusciti a spazzare via. Assieme a tutte quelle parole, una su tutte: clienti. Roba da brividi, sempre che i brividi facciano marketing.

Diciamoci la verità, ci avevano quasi fatto credere che ormai il calcio stesse andando solo verso quella direzione. Noi clienti, loro proprietari che guardavano soltanto ai soldi, all'autofinanziamento. Anzi, se per puro caso un Paulo Sousa qualsiasi ti portava lassù in cima alla classifica, bisognava trovare il modo di invertire la rotta. Perché la Champions costa troppo, perché il calcio e le emozioni non possono andare di pari passo.

Oggi ci risvegliamo con una Fiorentina bella, che ci fa tornare indietro nel tempo. E siamo soltanto all'inizio. Persone serie, che sbagliano come tutti, ma che non tengono in ostaggio nessuno. Nei primi tre mesi è accaduto tutto questo. Nei prossimi tre potrebbe esserci un nuovo stadio, un mercato di gennaio importante, una Fiorentina ancora più in alto in classifica. "Ma chi ci compra?", "Ma un vi va mai bene nulla", "Ma chi trovate meglio dei Della Valle?". Ora ci sono tutte le risposte: Rocco, Joe, Daniele, Giancarlo, Vincenzo. Nomi comuni. Gente diversa, che ha deciso di remare verso un'unica direzione. Credendo alla gente, credendo nella gente. E in uno sport che, nessuno, ti ha ordinato di amare. Se lo fai, è perché ci credi. Perché vuoi lasciare un segno, perché ami sognare. E oggi Firenze sogna. Armiamoci di pazienza, ma nemmeno troppa. Fast, fast, fast, questi vanno più veloce della luce. Adesso tocca a Firenze e ai fiorentini farsi trovare pronti, essere all'altezza. A partire dal nuovo stadio. Altrimenti facciamolo in un altro comune, il tempo è finito. Come i plastici.

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