Lunga intervista ai canali ufficiali della Fiorentina con protagonista Francesco Flachi. L'ex attaccante gigliato ha affrontato vari temi, parlando della propria esperienza e dell'attualità viola: "Avrei potuto fare molto di più con la Fiorentina, anche se ho contribuito alla vittoria di una Coppa Italia e al ritorno in Serie A della squadra. Per come sono fatto io però è stato troppo poco, dopo aver completato tutto il percorso nelle giovanili viola. Il mio idolo è sempre stato Gullit. Poi ho avuto anche il piacere di godermi da vicino Roberto Baggio. Sono e sarò sempre tifoso della Fiorentina".

"Il mio esordio? A Cesena. Ricordo che mi tremavano le gambe e Stefano Pioli mi disse: 'Tranquillo è una partita come le altre. Gioca come sai'. La settimana dopo, in casa col Palermo, davanti agli amici è stato forse però il vero esordio. Quindici giorni prima ero in Curva Fiesole, quindici giorni dopo giocavo al Franchi col 10, maglia indossata dai più forti calciatori viola. Giocai alla grande e nacque la storia del 'ragazzo gioca bene'. La cosa più bella fu andare sotto la Curva Fiesole ad esultare al primo gol in viola. Per uno come me nato a Firenze, fiorentino e tifoso viola che sogna di fare tutto ciò in carriera, è vedere i sogni avverarsi. La partita più bella? Quella della vittoria della Coppa Italia, era stato un anno in cui giocai poco. Ranieri voleva mandarmi in prestito ma Cecchi Gori non voleva, diceva che ero un diamante. Se però lo si tiene in cassaforte non si valorizza! (ride Flachi ndr). Alla fine dell'annata stavo molto bene, il mister se ne accorse.

Prosegue Flachi: "Batistuta per me è stato un maestro. Se i giocatori della mia generazione sono diventati calciatori lo devono a Bati e agli altri che ci hanno insegnato il valore dello spogliatoio, dell'allenamento. La dedizione di Batistuta era incredibile, da rana è diventato un cigno. Era un animale, devastante e risoluto nel migliorarsi. L'ultima volta che lo vidi mi disse che era rammaricato perchè non mi aveva fatto diventare il calciatore che avrei potuto essere. Questo mi ha un po' rammaricato, ma Bati aveva ragione. Ho imparato che non bisogna mai buttare via un minuto, di allenamento e partita. Ho perso tanto a causa della mia superficialità. Accusavo gli allenatori perché non giocavo non capendo i loro segnali".

Sulla Fiorentina attuale: "Italiano mi piace perchè ha carattere e personalità. E' come era in campo. Alcune volte deve cercare di trovare un piano B nelle difficoltà. Lui finora non si è quasi mai trovato in difficoltà, mentre ora la Fiorentina fatica. Serve adeguarsi ad altre soluzioni, anche se non è facile. Credo che farà una grandissima carriera. Firenze è una piazza non facile".


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