Professione giornalista e conduttore TV, Corrado Formigli, è un grande tifoso della Fiorentina 'impiantato' a Roma.

Una figlia di nome Viola, un figlio con contaminazioni giallorosse. Come vive l'attesa da tifoso gigliato nella Capitale a Roma? Una partita questa da dentro o fuori. 

"Intanto dico che le contaminazioni sono state arginate, o almeno sono del tutto inconfessate. E poi mio figlio, ti sembrerà strano, è appassionato di geopolitica ma non tantissimo di calcio, però almeno per evitare di essere punto severamente professa fede viola. In realtà il mio problema è che vivo vicinissimo allo stadio e sotto le finestre di casa mia sciamano i tifosi romani verso l’Olimpico, perciò la passione io la sento molto. Mio figlio mi ha anche chiesto di portarlo a vedere la partita allo stadio, dunque la fede viola si sta accendendo. Detto questo, come dici tu, è una partita da dentro fuori, dove arriviamo nelle peggiori condizioni possibili. Una squadra che sembra aver smarrito se stessa, io la vivo con tensione. Devo dirti però che nella mia redazione a Piazza Pulita c’è una componente laziale molto accesa per cui sento un tifo leggermente interessato verso la Fiorentina da parte dei laziali".

Nessuno si sarebbe aspettato a tre giornate dalla fine di essere lì in piena lotta per l’Europa, ma forse nemmeno fino a poche settimane fa nessuno avrebbe pensato di essere “quasi fuori”. Nel malaugurato caso la squadra dovesse mancare l'accesso all'Europa, giudizio positivo o negativo sulla stagione viola?

"Per me il giudizio è comunque positivo, secondo me la Fiorentina ha fatto un campionato notevole e credo che, tra l’altro, una squadra che perde a metà campionato il capocannoniere e riesce comunque a mantenersi nelle prime sette-otto, come è adesso, ha ottenuto un ottimo risultato. La squadra c’è, ha un grande allenatore, ha dei buoni giocatori, ha dovuto scontare una serie di infortuni. Ricordiamoci che abbiamo comunque perso Castrovilli nel momento in cui si stava riprendendo, uno che quando è nei suoi cenci sfiora il fuoriclasse. Poi abbiamo perso Torreira, Bonaventura, aggiungici l’ambientamento degli attaccanti...ma il bilancio è positivo".

All’andata contro la Roma, prima di campionato, è arrivato il primo errore di Dragowski, portiere sul quale aveva espresso apprezzamento. Come si spiega una parabola così? Giusto cambiare?

"Io mi affiderei a Terracciano. Qualche errore i portieri lo fanno sempre, anche Pietro lo ha fatto l’ultima volta, lo abbiamo visto chiaramente, e ci è costato anche una rete. Ma mi sembra un portiere maturo che oramai interpreta con i piedi il ruolo che oggi gli estremi difensori devono svolgere. Secondo me Dragowski è un portiere con delle buone qualità, forte nei pali, nelle uscite basse, però io credo che questa strategia di italiano di alternarli lo abbia indebolito psicologicamente. Il portiere è l’unico ruolo che deve vivere con una stabilità assoluta, messo in discussione ogni partita soffre. Secondo me Dragowski può far ancora bene da titolare ma non più alla Fiorentina. Io sono per Terracciano anche per il prossimo anno".

Per chiudere un'incursione nella guerra, rimanendo nel calcio: giusto escludere le squadre russe dalle competizioni europee?

"È un argomento complicato. A botta ti dico di no. Io sono favorevole a cercare di mantenere dei ponti per quanto possibile, di evitare rotture che non influenzano la guerra, non hanno ruolo, non è che se escludi lo Spartak di Mosca Putin si ritira dall’Ucraina, ma non fanno che inasprire ancora di più la società russa, farla sentire in uno stato di assedio che purtroppo favorisce ancora la guerra. Le sanzioni devono essere ad un livello serio, se sono piccole punizioni, un tennista, un calciatore, un artista, mi sembrano senza senso ed anzi possono diventare controproducenti".


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