Dopo quasi due mesi di sosta, si avvicinano sempre più il ritorno in campo della Fiorentina in gara ufficiale e la ripresa della Serie A. Al tempo stesso, il calciomercato invernale 2023 è ormai alle porte. Per conoscere un autorevole parere in merito, Fiorentinanews.com ha contattato l’ex direttore sportivo della Fiorentina Carlos Freitas.

In vista del prossimo mercato invernale, che inizierà a brevissimo, ritiene che la Fiorentina debba intervenire in qualche reparto? Magari anche in uscita?

“Difficile rispondere senza conoscere le dinamiche interne. Vanno lette accuratamente le lacune della squadra per poi intervenire sul mercato, ma sugli acquisti non mi permetto di dare consigli a dei professionisti. In chiave cessioni, dico solo che nel calcio di oggi non esistono giocatori incedibili, questo penso sia chiaro”.

L’incredibile Mondiale disputato da Amrabat ha incrementato il suo valore di mercato e l’attenzione nei suoi confronti. Il suo futuro sarà ancora a Firenze?

“Il caso di Amrabat va analizzato in un certo modo: il valore dei singoli dipende sempre dal collettivo. Il giocatore si è trovato nell’ambiente giusto, con i compagni giusti, che gli hanno permesso di esprimere tutte le sue qualità, che comunque già aveva, perché non si scoprono nel mese in Nazionale. Mercato? La Fiorentina deve fare attenzione anche a come paga Amrabat. Faccio un esempio del tutto casuale. Una società può dire di non vendere un giocatore a qualunque cifra, ma se questo guadagna 1,5 milioni di € l’anno e arriva un club interessato che gli offre 6 milioni che si fa? Se la società rifiutasse anche questo tipo di offerte, il calciatore in questione si sentirebbe ancora così motivato nel rimanere? Con questo voglio dire, o si ha la capacità di adeguare lo stipendio dei calciatori al loro valore, o questi possono diventare casi e problemi. Vlahovic, per esempio…”.

Da Biraghi a Milenkovic, da Saponara a Terracciano, ci sono tanti calciatori dell’attuale Fiorentina arrivati sotto la sua gestione. Come valuta il loro rendimento?

“Sono tutti giocatori che hanno dato un risultato molto positivo; hanno dimostrato che il loro valore calcistico e umano è all’altezza di una piazza importante come Firenze. Ricordo quella squadra (l’ultima dell’era Della Valle, ndr), dall’età media bassissima, ma in un certo senso andava aspettata. In attacco c’erano Chiesa, Vlahovic, Simeone e Muriel: questo reparto era giudicato non all’altezza, sentivo dire che mancava l’ambizione. Al di là di questo, lo spessore umano di certi ragazzi si vede anche dai traguardi raggiunti. Nella finale dell’ultimo Mondiale c’erano Pezzella da una parte e Veretout dall’altra; vorrà dire che qualcosa di buono è stato fatto”.

A proposito, che emozione è stata vedere l’ex viola Pezzella con la Coppa del Mondo tra le mani?

“Una grandissima soddisfazione, per l’uomo e per la persona che è. Merita tutta questa riconoscenza a livello mondiale, anche se non era un titolare. Questo è un traguardo unico, all’altezza di pochi, il suo nome rimarrà per sempre nella storia. Sono ancora convinto che abbia lasciato un segno importante anche a Firenze”.

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