Questo pomeriggio il giornalista della Rai Filippo Grassia, durante un collegamento con il Pentasport, ha avuto modo di fare il punto della situazione in casa Fiorentina alla viglia della delicata trasferta di La Spezia. Queste le sue considerazioni:

“Al Napoli Giuntoli è riuscito ad allestire una squadra di osservatori che gli hanno fornito delle indicazioni davvero preziose. In molti mi avevano parlato molto bene di Kvaratskhelia, sottolineandomi le grandi qualità tecniche e di personalità, però devo dire che nessuno mi avevano parlato di un Kim così forte. Poi ci terrei a dire che anche Spalletti è stato bravo ad assemblare insieme i pezzi, e a sostituire uno come Fabian Ruiz con Lobotka: per certi versi è quel tipo di giocatore che manca a Fiorentina e Juventus. Spalletti sta facendo bene perché si è dimostrato aziendalista, cioè fedele ai dettami economici del presidente, e allo stesso tempo senza lamentarsi ha creato una squadra fortissima alla faccia dei suoi colleghi che chiedono sempre tempo”

Ha poi analizzato il prossimo tour de force della squadra di Vincenzo Italiano: “Secondo me bisogna fare obbligatoriamente nove punti nelle prossime tre giornate (con Spezia, Sampdoria e Salernitana), per rilanciare una classifica deficitaria ed arrivare alla sosta per il mondiale in una posizione tranquilla. Devo dire che mi è piaciuto molto il finale sconfusionato con l’Inter e la vittoria casalinga contro i turchi perché il dogmatico Italiano ha finalmente capito che andava cambiato qualcosa per trasformare lo sterile possesso palla in occasioni gol. E’ chiaro che con un 4-2-3-1 Barak, ma anche gli esterni, dovranno dare una mano al centrocampo altrimenti si rischia sempre di rimanere in inferiorità numerica. Se non giochi con almeno due giocatori nella loro area avversaria, non fai densità negli ultimi metri, difficilmente metti in difficoltà gli avversari. La Fiorentina è prima nella classifica del possesso palla, ma è tra gli ultimi in quella dei gol segnati. Italiano ci ha messo più di 70 giorni per capire che quel 4-3-3 con gli esterni che il pallone dentro lo mettevano raramente non rappresentava più un’opportunità valida. I dati dicono che Ikone ha una media di 4 all’anno, Sottil forse è inferiore, i centravanti segnano poco ed è normale che il tecnico debba inventarsi qualcosa”.

Ha poi concluso parlando di Jovic: “Dalla Spagna mi hanno raccontato che è un ragazzo che ha delle grandi possibilità ma che è un po preda dei suoi umori: alcuni volte si esalta mentre altre volte, quando ad esempio non sente calore attorno a se, fatica ad esprimersi. Sono convinto che abbia ottime qualità e che possa giocare tranquillamente con Cabral ed Ikone. Con Italiano sono sempre stato molto critico ma quest’anno ha il merito di aver fermato la cessione di Kouame: adesso l’ivoriano è fondamentale”.

 

 


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