Doveva rappresentare il terzo giocatore di un tridente giovane ma potenzialmente atomico, la ciliegina da affiancare a Chiesa e Simeone, ma fino ad ora Marko Pjaca ha deluso le aspettative e adesso non è neanche utopia immaginare ad un ritorno alla Juventus nel mercato di gennaio. Ieri l'ennesima occasione sprecata, quarantacinque minuti davvero anonimi in cui mai una volta si è messo in luce: all'intervallo Pioli l'ha prontamente sostituito con Chiesa, buttato in campo nonostante una condizione non propriamente perfetta. Solo un gol segnato, nella vittoria casalinga contro la Spal, tante insufficienze e nessuna sensazione di poter tornare sui livelli delle stagioni passate, prima che un brutto infortunio lo mettesse fuori casa. La specialità della casa, il dribbling, sembra essere andata persa: nella manovra della Fiorentina, che già di per sé è da migliorare, Pjaca è come un pesce fuor d'acqua, probabilmente più per colpe sue che di un Pioli che sta facendo e provando di tutto per metterlo a suo agio. Ha ancora senso continuare così? Il croato ha mostrato di non valere i venti milioni che la Fiorentina dovrà pagare alla Juventus per riscattarlo: a meno di un'evoluzione inaspettata della vicenda, le motivazioni per rimanere altri sei mesi in riva all'Arno sono ridotte all'osso.


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