Ikone e Cabral, tocca a loro. Da adesso alla fine del campionato, Italiano ha bisogno dei due acquisti invernali (ben pagati) della Fiorentina per arrivare in Europa.

Il miracolo sportivo, soprattutto per quel che riguarda l’attacco, Italiano lo ha già fatto. Mantenere la stessa posizione in classifica, segnare (anche se qualche gol in meno era abbastanza preventivabile) anche senza Vlahovic, non far notare la differenza. Così sta andando. Piatek, in fondo, sarebbe stato acquistato lo stesso, a prescindere, così almeno ci è stato detto dagli stessi dirigenti viola. Sarebbe stata l’alternativa a Vlahovic, la riserva di lusso.

Ad oggi gli unici gol sono arrivati da lui: uomo d’area, meno partecipe alla manovra del bianconero, ma uno che sente la porta. Per questo chi parla di una Fiorentina che, sicuramente, a giugno non lo riscatterà non dice il vero. O meglio, ancora è tutto in divenire. Fare a meno, nonostante un riscatto importante, di uno che sta dimostrando di saperci fare negli ultimi venti metri, non sarà comunque una scelta facile. Con quindici milioni non compri fenomeni, giovani certezze nemmeno. Ci vogliono molti più soldi.

In questo momento, appunto, il punto interrogativo è più Cabral, al quale Italiano sembra intenzionato a dare continuità (giocherà anche a Napoli?), ma che per adesso sembra ancora in ritardo. Ritardo comprensibile, per carità. Ma da lui e da Ikone, tutti, si sarebbero aspettati un impatto diverso.

Adesso comincia una storia differente: in questo rush finale la Fiorentina si giocherà l’Europa ma anche i progetti futuri. Soprattutto d’attacco. E peseranno anche le scelte fatte questo inverno. In positivo, se sarà Europa, in negativo se l’obiettivo ormai dichiarato non dovesse essere raggiunto. Altrimenti il tormentone Berardi e il tormentone Scamacca, tornerebbero d’attualità. E la Fiorentina potrebbe tornare a strizzare l’occhio a Joao Pedro, uno che non ha mai smesso di piacere agli uomini di mercato gigliati.

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