Fa sempre molto discutere il budget che ogni club si appresta a investire in ogni campagna acquisti e la Fiorentina non fa certo eccezione in tal senso. Il patron Commisso dal suo arrivo ha investito tanti soldi, da quelli necessari ad acquistare la società dai Della Valle fino alla grossa cifra messa sul piatto per la realizzazione del Viola Park. E in ambito sportivo? Beh, in questo caso i conti sono un po’ diversi come andremo a vedere qui di seguito.

Diciamo che la Fiorentina ha speso tutt’altro che poco anche sul mercato dei calciatori, bilanciando però gli arrivi con cessioni molto importante ed onerose. Il problema, come spesso accade, è il re-investimento dei soldi o anche semplicemente l’utilizzo di quelli messi a disposizione nel famoso budget: i casi di giocatori acquistati e messi alla porta nel giro di pochi mesi sono drammaticamente tanti, da Pedro a Boateng, da Duncan a Kouame e addirittura uno come Callejon. Soldi spesi tanti dunque ma spesso e volentieri male; se non altro però ai ripensamenti ha fatto seguito quasi sempre l’incasso “rimediatore”.

Se pensiamo che nell’estate 2019 Pradè cedette Veretout, Simeone e Vitor Hugo per poco meno di 40 milioni, reinvestendoli pari pari per Pulgar, Lirola, Boateng, Badelj, Bobby Duncan e Pedro e che i 70 milioni di gennaio (diminuiti dei 16+12 per i mancati riscatti di Cutrone e Agudelo) sono stati compensati dai 60, a lungo termine, incassati per Chiesa e dai 14 della rivendita di Pedro, ne esce un bilancio che sfiora in sostanza la parità. Milione più, milione meno, bonus in più, bonus in meno. Certo, il patron Commisso ha dovuto metterci del suo per colmare il rosso di bilancio, causato dalle perdite legate al Covid e dall'aumento del monte ingaggi ma ecco, alla voce delle spese sul mercato i margini di manovra ci dovrebbero essere tutti. Un discorso magari semplicistico ma che qualche prospettiva la apre.


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