La Fiorentina in un difficile avvio di campionato è a caccia di solidità, maggiore equilibrio e soprattutto punti. La vittoria a La Spezia ha permesso alla squadra di mister Italiano di respirare e molto del merito, oltre che di Terracciano, è dei cambi e delle forze fresche entrate nella ripresa. Tra questi c’è Duncan, che non ha segnato il gol vittoria come Cabral ma ha fornito energia, concretezza e muscoli che tanto servivano alla Fiorentina.


Nella prima frazione la mediana ligure con i coriacei Ekdal e Bourabia aveva dominato sulle seconde palle, nei contrasti e nei duelli in mezzo al campo. Il ghanese si è preso più di una responsabilità, sostituendo un fedelissimo come Amrabat, ed ha saputo far respirare la squadra, recuperare palloni e suggerire in avanti. L’ex Sassuolo è un calciatore lineare, che sa andare in verticale ed anche dribblare. Duncan ha saputo calarsi bene in una sfida ostica ma vitale per la Fiorentina, dimostrandosi un elemento affidabile come spesso accaduto nella passata stagione.


Duncan è uno degli emblemi di una Fiorentina certamente molto meno bella e spettacolare ma più efficace, sbarazzina e più propensa a badare al sodo. Ed ecco che un pallone in tribuna in varie circostanze è meglio dell’ennesimo tentativo di sterile e flemmatica uscita in palleggio. Il ‘boscaiolo intelligente' Duncan è un giocatore la cui assenza si è fatta sentire. Non certo entusiasmante, ma molto efficace, il centrocampista africano è al lavoro per ritrovare spazio in viola e l’impressione è che per risollevarsi dalle paludi della bassa classifica il suo contributo sarà assai utile.


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