Nelle gerarchie della Fiorentina, da quando Vincenzo Italiano ha messo piede a Firenze, Joe Alfred Duncan ha sempre avuto un ruolo di primaria importanza, pur se non da protagonista assoluto. Il mister ex Spezia gli ha regalato una grande opportunità, in un momento (l’estate del 2021) in cui il ghanese era ai margini della rosa con pochissime possibilità di reintegro. Il classe ‘93 ha colto la chance e si è preso il suo posto: in questi 18 mesi ha giocato tante partite, spesso da ‘primo cambio’ subentrando nella ripresa, lasciando sempre il suo impegno sul campo.

L’altra faccia della medaglia racconta che, dall’inizio della nuova stagione, il minutaggio concessogli è calato. Nel corso dei mesi, soprattutto all’inizio, la ‘scelta’ è stata anche forzata, visto il problema fisico che ha tenuto Duncan ai box tra fine agosto e metà settembre. Insomma, l’abbassamento del numero di prestazioni non è un fattore che toglie importanza al ruolo del ghanese, che però potrebbe doversi accontentare più spesso del compito di riserva.

La perplessità emerge dal cambio tattico intrapreso da Italiano negli ultimi mesi del 2022. Il 4-2-3-1 prevede meno posti a centrocampo e, soprattutto, una sistemazione differente rispetto all’originario 4-3-3. Se nel ‘vecchio’ modulo Duncan era la mezzala perfetta come acceleratore della manovra viola e come distruttore di gioco, in una linea a due la faccenda è un po’ più complessa. Considerata l’imprescindibilità di Amrabat, una linea composta dai due africani troverebbe gravi lacune in fase di costruzione; in questo senso, Mandragora svolge da equilibratore del reparto, integrando le mancanze del marocchino.

In ogni caso, la Fiorentina accusa l’assenza di un vero e proprio regista, dell’elemento perfettamente funzionale da affiancare ad Amrabat. Italiano, intanto, prova a lavorare con il materiale che ha a disposizione: nelle amichevoli disputate a dicembre, si è visto anche il tentativo di lasciare a Duncan una certa autonomia. Il numero 32 viola non sarà un costruttore di gioco, tantomeno il centrocampista dei sogni, ma nonostante questo nodo tattico, che potrebbe tenerlo in panchina più frequentemente, rimane un elemento importante del reparto, dalle caratteristiche uniche, che può tornare utile in più situazioni.

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