Ribery sì, Ribery no: siamo agli sgoccioli per la definizione del futuro del francese, che ad aprile ha compiuto 38 anni e che il 30 giugno in teoria concluderà la sua esperienza in maglia viola. Siamo ancora alla teoria perché una comunicazione ufficiale non c'è stata da nessuna delle due parti ma la sensazione è che le azioni dell'addio siano in deciso rialzo. Il biennio a Firenze l'avevano immaginato sicuramente in modo diverso le parti in causa ma tra qualche problema fisico e il Covid a rovinare tutto, soprattutto a livello ambientale, il suo contributo l'ex Bayern l'ha dato, tutto sommato con una continuità anche apprezzabile. Il problema però sorge (ed è sorto) proprio lì: la Fiorentina di questi due anni ha scommesso fin troppo sulle capacità di un grande campione un po' in contrasto con l'anagrafe. Il risultato sono 61 presenze, 5 reti e 10 assist: non un disastro ma neanche una parentesi indimenticabile, ecco. Per questo, al netto delle esigenze reciproche e di un ingaggio pesantissimo, il sentimento giusto oggi sarebbe forse più il coraggio di salutarsi che non l'affetto per un rapporto che condurrebbe su terreni scomodi.

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