Qualche giocatore della Fiorentina e anche qualche membro dello staff ha contratto il coronavirus. Stanno bene, per fortuna, ma non saranno gli unici. Ce ne saranno altri, come in tutta Italia, come nelle altre squadre e come accadrà nel resto d’Europa e del mondo. E' normale, che sia così, perché siamo davanti ad un virus che non fa distinzioni, nonostante qualcuno provasse a raccontarci la novella dei calciatori iper controllati. Loro, per primi, dovevano rifiutarsi di scendere in campo in un momento come questo. Ognuno, purtroppo, aveva il dovere di ragionare con la propria testa, perché i consigli arrivati, dai nostri sindaci, dai nostri governanti, dai rappresentanti della Lega Calcio andavano tutti nella direzione sbagliata: uscire, combattere la paura, giocare nonostante tutto. Un giorno ne riparleremo.

Oggi è bene pensare al presente, all’emergenza che ci rende tutti uguali, tutti sulla stessa barca. Prima ascolteremo le nuove normative e prima ne usciremo, anche se abbiamo almeno due settimane di svantaggio rispetto ai decreti, sicuramente tardivi. Saranno giornate dure, le prossime, molto più dure di quelle che abbiamo già vissuto. Ma per carità, lasciamo parlare gli scienziati, i medici, chi se ne intende davvero. Chi sta rischiando la propria vita, per proteggere la nostra. E se dobbiamo proprio dire qualcosa, usiamo l’intelligenza di Klopp. Che dice cose naturali, scontate, che in questo mondo sembrano rivoluzioni. Non mi va di parlare di Gasperini, che soltanto tre giorni fa invitava a continuare a giocare a porte chiuse, o Buffon che bacia Dybala dopo il gol all’Inter. Assurdo, ma in che mondo vive certa gente? Mi è tornato in mente Boskov quando diceva: "Testa di calciatore buona solo per portare cappello".

Per fortuna, invece, conosco tanti calciatori intelligenti. Come tante persone intelligenti che fanno parte del nostro paese. Magari ci accorgeremo, un giorno, che tutto questo ci servirà da lezione, che l’Italia è riuscita in tempo a salvarsi. Che magari siamo stati più tempestivi di altri paesi. Chi se ne frega del calcio, chi se ne frega del tifo, chi se ne frega se questo campionato terminerà o meno. Siamo chiusi in casa da qualche giorno e lo dovremo rimanere ancora a lungo. Fuori è tutto chiuso e non si può uscire. Le priorità sono altre rispetto al calcio. Klopp insegna.


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