C'era un tempo, non troppo lontano, dove la Fiorentina vantava un discreto numero di ottimi calciatori ai quali il Milan, che ancora si vantava di essere il club più titolato al mondo, era accostato con una certa regolarità. Era il periodo dei vari Frey, Mutu e Toni ma un giro sulla corsa di Milano sarà toccato di sicuro anche agli stessi Pasqual, Gamberini o Montolivo. Ebbene, solo il centrocampista vestì realmente la maglia rossonera, preferendo un addio a parametro zero dopo 7 anni in viola ed una fascia da capitano al braccio. Il merito di questa "evasione" così ridotta dall'ambiente viola fu sicuramente del progetto e della credibilità tecnica che allora era in vigore a Firenze, con una squadra quasi sempre in Europa e in grado di trattenere i propri calciatori migliori.

La settimana che conduce a questo Fiorentina-Milan deve aver ispirato particolarmente la stampa del nord, La Gazzetta dello Sport in particolare, su quel vecchio trend, per cui Firenze rappresenta una sorta di supermercato all'ingrosso e caso ha voluto che Vlahovic segnasse una tripletta proprio a sette giorni dal match con i rossoneri. Accostamento presto fatto: vuoi mettere il romanticismo di una coppia balcanica davanti? E poi già che ci siamo, dentro anche Pezzella e Amrabat, che piacciono tanto a Pioli (Milenkovic forse è stato già dato per fuori target).

Ecco, uno dei primi compiti di Rocco Commisso sarà proprio questo: cancellare l'etichetta di "supermarket" dalla facciata della Fiorentina, a suon di mosse calcistiche importanti. Solo da esse potranno arrivare risultati e forza contrattuale per convincere i calciatori a rimanere a Firenze, senza cedere alle lusinghe altrui.


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