Il progetto tecnico della Fiorentina è fallito, comunque vada. Troppo brutto per essere vero questo momento e la sensazione è che il peggio debba venire. Occorrono pensieri positivi, certamente, ma non si può non notare il fatto che il calendario ci dice che la Fiorentina stia gettando via occasioni che non torneranno. Adesso Benevento, poi una serie di gare veramente dure.

Fare un punticino alla volta, rimanere uniti e sperare. Ma la classifica ci dice che il rischio Serie B in questo momento c'è. E non c’è più da scherzare, semmai qualcuno lo avesse fatto. Esonerare Prandelli? Ci poteva stare. Come riprendere Iachini, quello che ad oggi, numeri alla mano, ha fatto meglio di tutti ed è lo specialista delle salvezze. Ma a decidere ci debbono pensare loro, i dirigenti, il proprietario. E per il momento hanno deciso di andare avanti così. Qualsiasi mossa va bene pur di salvare la Fiorentina, mettendo da parte egoismi, testardaggini. Si crede che Prandelli salverà questa squadra? Lo si tenga. Si crede che Iachini abbia più possibilità? Si riprenda Iachini. Si crede che serva un terzo allenatore? Lo si prenda. Sono loro ad avere il polso della situazione, ovvero chi sta al campo tutti i giorni. Quello che non hanno avuto confermando Iachini a giugno (quando era chiaro come poteva andare a finire), cedendo Chiesa, sbagliando clamorosamente due mercati su due (il primo anno lo abboniamo, come è giusto fare con una nuova proprietà), acquistando a gennaio il nulla assoluto. Sottovalutando, appunto, il pericolo serie B.

Un atteggiamento un po’ snob, alquanto pericoloso che niente ha a che fare con la voglia, con l’entusiasmo, con i soldi spesi da Commisso. Uno da tenere stretto, a costo di venire a noia nel ripeterlo ogni volta. Adesso, appunto, occorre ripulire la testa dei calciatori. Un atteggiamento che fa arrabbiare, che delude tutte le domeniche, che non ti dà mai la percezione di un cambiamento. E poi Ribery. Solo lui può, in questo momento, elevare il gioco della Fiorentina. Giochi un mese come sa fare, ci salvi, non ci rimane altro. Ma il Prandelli che nel dopo partita rimpiange l’assenza di Kouame, dice di avere più speranze oggi rispetto ad un mese fa, assomiglia tanto allo Iachini che il giorno prima della cessione di Chiesa, gli dette la fascia da capitano, dicendo di non sapere della sua partenza. Forse, e dico forse, tutti noi ci arrampicheremmo sugli specchi come loro, in momenti cosi difficili. Basta saperlo, basta ammetterlo. E basta trovare soluzioni: del resto sono pagati per questo.

Di tempo non ce n’è più. Sta suonando l’ultima campanella. Anzi, forse è già suonata. E mancano dodici partite, non una. Prima c’è da non perdere a Benevento. Sperare in qualcosa di più, in questo momento, sembra quasi un'utopia. Ma il calcio è calcio.


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