Oggetti e contesti molto diversi, se pur geograficamente vicini, ma un elemento di unione rappresentato dall'ombra della sospensiva dei lavori su cui si sarebbe dovuto pronunciare il Tar: parliamo dell'annosa questione legata alla Variante di Grassina, attesa da decine di anni, e del più recente Viola Park.

Sull'infrastruttura grassinese si sono succeduti tutta una serie di ostacoli, comandati da sua maestà la burocrazia, la vera regina del nostro paese. Il 1 aprile 2017 la posa della prima pietra, senza che la ditta allora incaricata dei lavori li abbia però mai iniziati: tra fallimenti, cambi di assegnazione e cause in tribunale, agli anni persi si sono aggiunti anche gli ultimi quattro. Fino a questo mese di aprile, dove i lavori erano stati appaltati dalla Città Metropolitana alla Rosi Leopoldo: tutto pronto per partire finalmente? No davvero, perché ecco arrivare il ricorso al Tar della seconda classificata alla gara, l'impresa Polistrade. Al fianco dell'ente appaltatore si erano uniti anche i sindaci di Bagno a Ripoli, Impruneta e Greve in Chianti, interessati dall'opera.

In questi giorni la pronuncia del Tar, che intanto ha respinto la richiesta di sospensiva dei lavori, se vogliamo l'atto primario e quello che in concreto cristallizza la situazione. Non sarà così invece e questa è una buona notizia, in attesa della pronuncia del Tribunale sui meriti del ricorso, prevista per il prossimo luglio: "Appare decisamente prevalente, nella ponderazione di interessi propria della fase cautelare, l'interesse della Stazione appaltante e delle collettività interessate alla realizzazione di un'opera essenziale ed urgente, rispetto all’interesse economico posto a base del ricorso", la motivazione dei giudici.

E' un po' quanto sperano anche la Fiorentina e il Comune di Bagno a Ripoli in relazione al Viola Park, che prevalga l'interesse pubblico e che la sospensiva non venga approvata, così da non perdere tempo prezioso in attesa dell'esito definitivo di ricorsi e controricorsi.


💬 Commenti