Lo Stadio Artemio Franchi rappresenta un pericolo. E a dirlo non sono i tifosi che, entrando, notano crepe e infiltrazioni dappertutto, ma una ricerca realizzata dell'Università di Firenze. Dalla relazione si evincono diverse problematica, a partire dalla vulnerabilità sismica. Diversi settori dello stadio sono infatti estremamente vulnerabili ad un eventuale terremoto, in particolare le due curve e la tribuna di maratona, i cui valori di resistenza sono ben al di sotto delle norme vigenti. "Tali criticità - si legge - erano prevedibili preliminarmente trattandosi di una struttura in cemento armato realizzata nel 1930/32". Nei prossimi due/tre anni, il Comune dovrebbe intervenire rapidamente per scongiurare la possibilità di collasso dell'impianto, in caso di evento sismico.

Altro punto importante è quello che riguarda le cosiddette "criticità statiche", ovvero la capacità di resistenza dello stadio quando è presente il maggior numero possibile di pubblico. Praticamente tutti i settori dello stadio sono pericolosi sotto questo punto di vista, ragion per cui occorrerebbe un intervento immediato. Per adeguare l'intera struttura sia dal punto di vista sismico che da quello statico, servirebbe un investimento di circa 6 milioni di euro.

Ma veniamo a ciò che i tifosi hanno sotto gli occhi ogni domenica. Il Franchi, a causa della sua longevità e della continua esposizione agli agenti atmosferici, è soggetto da anni a un processo di degrado, carbonatazione e corrosione, con infiltrazioni d'acqua praticamente ovunque. Tutto ciò si accentua ovviamente nelle zone scoperte, quindi Curva Fiesole, Curva Ferrovia e Maratona. Ovviamente lo stadio non versa nelle condizioni di quando fu costruito, ma l'ultimo grande intervento di restauro risale ormai al 1990 in occasione dei Mondiali. Per il resto, sono stati fatti in zone diverse a distanza di qualche anno l'uno dall'altro. Senza contare lo stato delle componenti impiantistiche, come ad esempio i servizi igienici, ormai fortemente usurate dato che non sono mai state ammodernate dal 1990.

Ultima, ma non meno importante, la questione relativa alle normative UEFA. Ad oggi, in caso di ritorno in Europa, la Fiorentina non potrebbe giocare nel suo stadio per vari motivi. Come ad esempio l'illuminazione, che gli attuali proiettori non garantiscono ai livelli necessari. Le normative UEFA prevedono infatti un livello di luce possibile solo attraverso un impianto a LED, che attualmente il Franchi non possiede. Inoltre, l’attuale larghezza dei gradoni (circa 70 cm nei tratti rettilinei con un minimo di 65 cm nelle porzioni curvilinee) è inferiore ai minimi attuali di norma e non garantisce una fruizione confortevole delle partite perché richiede speciali sedute in deroga.


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