Lo avevamo detto noi, ma contava poco, ma ora l'ha detto anche Italiano: con Vlahovic lo sviluppo d’attacco della Fiorentina era diverso. “Con lui venivamo da un lavoro di mesi, che partiva dal ritiro. E Dusan trasformava in gol qualsiasi occasione. Piatek e Cabral erano abituati soprattutto ad attaccare la profondità. Io chiedo a loro anche di venire a legare il gioco e di partecipare alla manovra. Lo stanno facendo ma devono abituarsi”.

Concetti chiari, che evidentemente mettono in luce quanto, a gennaio, la squadra viola ha dovuto risintonizzarsi, rivedere alcune cose, quantomeno arrestare la propria crescita. Perché Vlahovic portava con sé non soltanto i gol. Per quelli, per fortuna, c’è un Piatek che al momento ne sbaglia pochi. Un vero e proprio uomo d’area di rigore, un acquisto indovinato fino ad oggi. Pronti via si è subito preso sulle spalle il peso delle reti, in un reparto offensivo dove se non segna la prima punta difficilmente si trova il gol. Dalle parole dell’allenatore, invece, si capisce che Cabral è ancora indietro. Noi, che lo abbiamo visto poco, abbiamo negli occhi qualche bello spunto e qualche pausa troppo lunga per il campionato italiano. Ci vorrà sicuramente tempo.

Lo stesso tempo che serve alla Fiorentina. Lo stesso tempo che, per l’obiettivo Europa, sta venendo meno. Oggi che Roma e Lazio hanno ricominciato a correre, oggi che anche chi sta dietro (Verona e Sassuolo) sembra avere entusiasmo, vigore e leggerezza. La squadra viola sembra più stanca, dal punto di vista delle energie nervose. Ma, sarebbe ingeneroso, parlare di decrescita. Il gioco rimane bello, magari meno brillante rispetto a un paio di mesi fa, ma sempre avvincente e offensivo. Il carattere non manca. Forse, in questo momento, la cosa che non c’è è proprio quella che chiede Italiano: i gol degli esterni. Ikone, Sottil, Saponara, Gonzalez, giocatori forti nell’uno contro uno ma al momento in modi diversi poco concreti. Prima, Vlahovic, nascondeva tutto questo. Grazie alle sue reti ma anche ai suoi movimenti, ai suoi assist, al suo atteggiamento calcistico.

La classifica dice, comunque, che tutto è ancora possibile. Che battendo l’Udinese nel recupero, la Fiorentina sarebbe ancora lì insieme alle romane. Dopo tre partite senza vittoria occorre tornare ai tre punti. Il Bologna, con assenze e un Mihajlovic in polemica con la proprietà, può rappresentare una grande occasione per rifarsi sotto. Questa è una gara da non sbagliare.


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