Malissimo. E non può bastare la scusa, o la motivazione fate voi, della ripresa dopo la sosta natalizia. A Torino la Fiorentina è stata devastata, una vera e propria debacle che non può non preoccupare. Perché un conto è perdere, un conto è essere umiliati come accaduto con i granata.
Deconcentrazione, errori individuali e di squadra, una Fiorentina molle come mai era successo con Italiano. E come, forse, non avevamo nemmeno mai visto negli anni peggiori delle gestioni precedenti. Un campanello d’allarme, forte, che arriva nel bel mezzo di un mercato assolutamente da applausi. Ikone e Piatek, sono arrivi di grande qualità. Bravi tutti, dirigenti per primi. Ma le prestazioni di Biraghi, di Callejon, di Igor, di Castrovilli, ma l’elenco sarebbe molto più lungo, preoccupano tanto.
La Fiorentina a Torino aveva la grande possibilità di allungare, di consolidare ancora di più una classifica che rimane molto buona. Ma questa partita, questa trasferta, sarà difficile da digerire. Soprattutto perché avvenuta, con tutto il rispetto, contro una squadra decimata dalle assenze e dal Covid, e già di per sé più debole.
Italiano non è riuscito a far capire l’importanza di questa gara al suo gruppo, a quello spogliatoio che non lo aveva mai tradito e che invece, evidentemente, non ha ancora fatto quel salto di qualità che tutti pensavamo. Adesso c’è da rialzare subito la testa. Pensando al Napoli e alla Coppa Italia, guardando alla partita contro il Genoa. Ma Torino insegna che nessuna partita va più sottovalutata. La Fiorentina ha pensato di averla già vinta, senza giocarla. Prestazione indecente perdonata solo e soltanto perché questa squadra in questa stagione sta regalando gioie, momenti di grande calcio, ottimi risultati.
Toccherà all’allenatore capire, in settimana, i perché di un ko arrivato come una doccia gelata e inaspettata. Per questo ancor più dolorosa. Non tanto per la classifica e per un’occasione clamorosamente sprecata, quanto per aver capito che al momento questa squadra non ha ancora raggiunto la maturità necessaria. Per arrivare e giocare in Europa, occorre crescere in fretta. Certe imbarcate non sono permesse. Tutti scusati, a patto che si riparta subito. Perché, questa brutta sensazione, va scacciata via prima possibile.
Amico datti alle bocce, il calcio di serie A non fa per te……
Mi sono perso qualcosa, ma Commisso non si è sentito più da tempo ,ma starà bene? Per lui ed i suoi parenti soprattutto, ma anche per noi tifosi
Nessun tradimento. Vanno verso l europa, ambiente motivato, 2 forti giocatori entrati, prospettive, ma quale tradimento! Formazione sbagliata, pausa feste gestita male, giocatori in forma fuori (duncan) dentro alcuni che oggi non vanno, uno che non va mai, Italiano ci ha messo tanto del suo. W italiano.
Da prendere subito difensori centrali olandesi…I migliori del mondo da 5 anni a questa parte: De Vrij, Van Dijck, De Ligt, Botman, Van Drongelen, Shuurs, ecc
Articolo del 2020…… C’è una storia da raccontare: la prima, è quella dell’incredibile numero di difensori centrali di grande talento e prospettiva che il calcio olandese sta sfornando: de Ligt, naturalmente, che è un ’99, ma anche van Drongelen dell’Amburgo (classe ’98), Doekhi del Vitesse (’98), Schuurs (’99) e Pierie (2000) entrambi dell’Ajax, per finire a Sepp van den Berg, classe 2001, preso dal Liverpool la scorsa estate. Sven Botman è solo l’ennesimo centrale di grande prospettiva cresciuto al “De Toekomst”, il centro giovanile dell’Ajax. E qui c’è la seconda storia: Botman va in prestito “mascherato” in Frisia la scorsa estate, come parte compensativa dell’affare che ha portato Kik Pierie ad Amsterdam, ma la stagione del ventenne di Badhoevedorp convince i Lanceri a “ricomprarlo”: contratto prolungato e rientro alla base per la prossima stagione, anche se Udinese e Atalanta si sono già interessate a questo ragazzone dai piedi educati e dal fisico imponente. Il suo futuro dipenderà soprattutto dalle strategie dell’Ajax,