La rabbia è tanta. E non se ne va con il passare delle ore. Viene da dire menomale che venerdì la Fiorentina torna in campo, perché tre punti contro la Sampdoria potrebbero spazzare via la delusione di una partita, a tratti spettacolare, buttata via dai viola. Già, buttata via. Ed è questa la cosa che fa più male. Forse mai, negli ultimi anni, si era visto una Fiorentina giocare così in trasferta contro una delle formazioni più forti d’Italia. Da qui la rabbia, da qui la delusione, per una gara che era quasi impossibile da perdere.

La differenza ormai, nel calcio di oggi, la fanno i particolari. Anzi i campioni. Ribery in campo, o sostituito. Chiesa in campo o sostituito. Ma soprattutto la mancanza di un centravanti che la butti dentro, che chiuda una partita che sul 2-4 non avrebbe più avuto storia. Per carità, niente croce su Vlahovic. Succede, capita, soprattutto a quell’età, di sbagliare. Però quando dicevamo che difficilmente avevamo visto un ragazzo di venti anni segnare caterve di reti in Serie A, forse non sbagliavamo. Eppure, chi gestisce il mercato viola, pensava esattamente il contrario. Il problema è che, ormai da più di un anno, l’attaccante non c’è. E che con un Dzeko, un Milik, un Immobile, ma anche un Caputo, la Fiorentina a San Siro avrebbe vinto. Iachini o non Iachini. Lukaku o non Lukaku.

Così come il difensore che manca, senza mistero da parte di nessuno. L’autorete di Ceccherini ci può anche stare. Stiamo parlando di un ragazzo che ce la mette tutta, che si impegna, che gioca anche con personalità, ma che ogni tanto ha evidenti limiti tecnici (altrimenti la sua carriera sarebbe stata diversa). Essere ‘costretti’ a fargli giocare le prime due partite di campionato da titolare è un errore imperdonabile, quasi al pari dell’attaccante. Poi si può parlare di tutto il resto, anche della fortuna di Conte. Prima però occorre sistemare una squadra alla quale mancherebbe poco per diventare davvero forte. Perché oggi la Fiorentina è una squadra, perché Commisso sta facendo ottime cose, perché Iachini ci sta mettendo anima e competenza. Però, sul mercato, ci sono da fare due sforzi importanti. Magari anche sacrificando Chiesa (che probabilmente se ne andrà, speriamo non alla Juventus come qualcuno aveva promesso di non fare mai), ma acquistando un centravanti vero. Lo ha detto ancora una volta il campo, lo ha detto la faccia di Ribery. Un campione che sa come si vincono le partite. Ascoltiamolo, non gettiamo via una nuova occasione. Altrimenti sarà un nuovo anno di transizione e non sarebbe intelligente con gli investimenti che sono stati fatti. Manca una settimana circa, Pradè batti un colpo.


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