Se la paura fa 90, almeno nel gioco del lotto, alla Fiorentina fa 45, ovvero i minuti del primo tempo di Lecce. La tensione e la paura di perdere fanno entrare in campo una squadra tesa come le corde di violino e la tensione non aiuta gli audaci. Ma non è questo l'importante, oggi devo difendere Cabral, perché sono state utilizzate parole poco teneri con lui ed io non sono d'accordo con chi li ha dette o scritte.

Cabral ha fatto ciò che viene chiesto ad una punta: segnare! Tutto il resto serve per il gioco, ma alla punta della squadra si chiede obbligatoriamente il gol. E in Puglia ne ha segnati addirittura due, poco importa se sono stati annullati, erano gol veri, da punta vera, in azioni di gioco, viziate da inezie dell'ultimo momento. Casomai possiamo dire che Cabral non è stato fortunato, ma altro no.

Napoleone preferiva i generali fortunati a quelli bravi, e forse non aveva tutti i torti. Però Cabral in ogni caso ha assolto il suo compito in maniera egregia e per questo si dovrebbe meritare un bel voto in pagella.


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