Nel blog de Il Fatto Quotidiano "Zona Cesarini" il giornalista Federico Castiglioni ha analizzato la lettera di Cesare Prandelli che ne ha sancito l'addio alla Fiorentina. Uno dei passaggi dell'analisi è quello dedicato al tempo che corre: "Dieci anni sono tanti. Quel popolo che lo amava era sempre lì, ma ne ha vista di passare di acqua sotto i ponti nel frattempo. E poi, quella Fiorentina non c’è più. Di quelli che furono eliminati dal Bayern nel 2010, solo tre (De Silvestri, Jovetic e Mario Alberto Santana) sono ancora in attività. Curioso che in compenso Prandelli si sia ritrovato ai suoi ordini Franck Ribery, che di quel Bayern era un gioiello Ecco, forse anche questo Prandelli ammette: che quella Fiorentina a lui così familiare non esiste più, e che quindi quella storia di cinque anni non poteva ricominciare. Noi questo lo sapevamo già, i revival d’amore non funzionano, ma non ce la siamo sentita di dirglielo. Perché è cambiato lui, sono cambiati i giocatori, e probabilmente è cambiato il modo come questi lo ascoltano e lo guardano, perché anche i giocatori sono uomini sotto la maglia e letteralmente sono altri uomini rispetto a quelli di dieci anni fa. Per noi alla fine è quasi più facile: amiamo la maglia, non esisti senza quella. Ma un allenatore è un professionista che lavora con altri professionisti, non con maglie".


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