La storia recente, quella almeno della gestione Commisso, racconta di diversi mercati ormai alle spalle (sette) e veramente pochi soddisfacenti, tanto sul momento quanto soprattutto a posteriori. Tolta l'estate 2021 infatti, quando a Firenze arrivarono Gonzalez, Odriozola e Torreira, nelle altre sessioni si è spesso balbettato o scommesso su calciatori che nella migliore delle ipotesi hanno reso meno delle attese, facendo spesso rimpiangere chi c'era prima di loro. Al di là di come il predecessore se ne era andato e di quanto fosse più o meno obbligata la cessione.

E' questo il punto principale su cui ribattiamo spesso: nel calcio vendere è prassi per la quasi totalità dei club al mondo, la vera differenza la fanno i rimpiazzi, le sostituzioni, l'abilità nel rinforzarsi  in campo con incassi e plusvalenze, senza fermarsi all'aspetto economico. Le premesse con cui la Fiorentina arriva a questo mercato sono più quelle della conservazione stavolta, di Amrabat in primis, a scanso di offerte folli e insistendo sull'opzione per il rinnovo fino al 2025, e poi dei talenti che sono rimasti fuori per problemi fisici vari: da Gonzalez a Sottil e Castrovilli.

La società viola è convinta che per fare quel passo che manca a imitare la passata stagione bastino questi ritorni importanti, con il completamento del gruppo tra esuberi da piazzare e possibili integrazioni di secondo piano. E non è detto che sia una convinzione malsana, visto quanto è stato (dis)fatto nelle ultime sessioni e quanto la Fiorentina si sia ritrovata molto più debole con la cessione dei suoi pezzi pregiati. Meglio la salvaguardia del buono che c'è rispetto a scommesse avventurose sul Kokorin di turno, per intendersi. Per le ambizioni ci sarà tempo, semmai, più avanti.


💬 Commenti