“Con la caduta del Governo Draghi si blocca il PNRR e quindi il progetto del restyling dello stadio della Fiorentina?” Alcuni tifosi viola in queste ore se lo sono chiesto alla luce di quanto successo nel paese. 

L’addio di Mario Draghi e le elezioni fissate il 25 settembre hanno allertato tanti italiani specie per quanto riguarda i soldi europei contenuti nel Piano di Ripresa e Resilienza.  Il Governo, però, resta in carica per il disbrigo degli "affari correnti". 

E se i 55 obiettivi da presentare alla Commissione Europea entro dicembre per sbloccare la terza rata possono essere un problema per le tempistiche, si veda la fretta nell’approvare il DDL Concorrenza, per lo stadio Artemio Franchi niente cambia.

I 95 milioni di finanziamento per il Franchi infatti arriveranno grazie al PNRR, o meglio grazie alla sua costola chiamata “fondo complementare”. Questo fondo è una integrazione alle erogazioni europee e conta su 31 miliardi di risorse completamente italiane che nel caso dello stadio fiorentino sono a capo del Ministero della Cultura. 

L’attuale casa della Fiorentina, infatti, fa parte dei quattordici interventi finanziati con 1,46 miliardi di Euro per “recuperare complessi di elevato valore storico ed architettonico, siti di grande significato culturale e rilevanza nazionale in stato di abbandono o bisognosi di radicali azioni di restauro in gran parte inseriti in contesti urbani”.

Niente cambia quindi tra il Governo Draghi e il nuovo esecutivo che entrerà in carica a fine ottobre, il restyling s’ha da fare e anche in maniera celere. Essendo il Franchi nel PNRR la scadenza dei lavori deve essere inderogabilmente nel 2026.

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