Tra chi sospettava da tempo e chi mette la mano sul fuoco sulla buona fede di qualunque protagonista in questione, fatto sta che Nico Gonzalez questa prima metà della stagione l'ha dedicata  molto all'Argentina e poco alla Fiorentina. Che abbia avuto problemi di tallonite nessuno lo mette in dubbio, che abbia fatto il massimo per recuperare o stringere i denti per la squadra che lo paga qualcuno in più c'è. La società viola, sempre arroccata nei suoi silenzi, nei suoi misteri, intenta a scacciare tutta la moltitudine di nemici che quotidianamente la assedia, con l'argentino ha adottato un approccio diverso però. A partire dal parziale report che ne svelava l'assenza di lesioni dopo l'uscita precoce dal match con l'Inter, proseguendo con le diverse immagini sui social che ritraevano l'argentino intento in rovesciate e conclusioni in partitella.

Quasi a voler scaricare responsabilità su Nico, che da domani partirà per unirsi all'Argentina, vedremo con quale disponibilità in campo (prima gara dell'Albiceleste il 22 novembre contro l'Arabia). Facile immaginare una contrarietà all'interno del club, che di fatto si è visto scavalcato da un Mondiale piazzato a metà stagione e da esigenze da parte dei suoi elementi. Sacrosanto, a patto che la dinamica non diventi buona per pensare di liberarsene magari già a gennaio, cavalcando l'onda di nervosismo crescente nei confronti dell'argentino. Un altro mercato con la rinuncia ad un top non è pensabile per la Fiorentina, per le sue presunte ambizioni e per la faccia di chi le sbandiera. Sia mai che poi ci si ritrovi a dover esaltare operazioni "fenomenali", senza il contrappeso del rimpiazzo tecnico.

 


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