Il paradosso della costruzione della squadra, disallineata con le idee del tecnico di turno, vanno avanti dall'anno scorso in casa viola: non dimentichiamo che l'estate 2019 fu caratterizzata da una Fiorentina incentrata sul 4-3-3, per il quale dal mercato arrivarono i vari Ribery e Ghezzal, per alternarsi con Chiesa e Sottil, già presenti, e con Vlahovic e Pedro individuati come centravanti. Lo scenario tattico poi si evolse secondo il 3-5-2, anche perché improvvisamente Montella si ritrovò senza terzini sinistri e con un Dalbert che obbligava al centrocampo a cinque ma soprattutto alla difesa a tre. Nel frattempo se ne sono andati Sottil e Ghezzal ma anche Chiesa, con l'arrivo di Callejon che per il momento è stato frenato da condizione non al top e ora dal Covid. Il tridente di fatto è stato messo in soffitta e mai più rispolverato, se non nelle ultime ore... ma la positività dello spagnolo ha fatto saltare i piani. Anche perché di alternative sugli esterni, salvo gli adattamenti di Bonaventura e Kouame, non ce ne sono.


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