TERRACCIANO: 6,5 Qualche brivido con i piedi, su pressing di Pinamonti prima e poi con qualche rilancio sbilenco. Perfetto però sia su Frattesi che sullo stesso Pinamonti in uscita bassa. Poi il Sassuolo sparisce e il lavoro per lui diminuisce.

VENUTI: 5,5 Laurentiè alle sue spalle trova spesso delle praterie su cui il Sassuolo costruisce un paio di situazioni molto pericolose. In compenso davanti si prende un giallo e sfiora il gol con un cross impreciso. 53’ Dodô: 4,5 Arrivato per le sue doti offensive ma davanti non si vede mai. In compenso pronti-via e allarga il braccio in area, regalando un rigore al Sassuolo…

MILENKOVIC: 6 Un Nikola classico, si fa subito ammonire, un po’ svagato, sembra che debba dominare su tutto e su tutti e poi… si perde quasi in un bicchier d’acqua. Tra palloni imprecisi, anticipi incassati e un feeling non troppo straordinario con Igor. Cresce alla distanza, con la complicità di un Sassuolo via via affievolito.

IGOR: 5,5 Disattento sulla sua trequarti, sorpreso in area avversaria, troppo cervellotico in un fraseggio che non gli appartiene. Sfiora anche un gol di testa ma rischia spesso nella prima fase di gara, quando il Sassuolo trova spazi in contropiede.

BIRAGHI: 5,5 Lo si nota paradossalmente più quando resta a terra con i compagni che continuano a giocare, presi dall’emergenza di combinare qualcosa di pericoloso. Una punizione dal limite che finisce alta, poi poca spinta, pochi cross e la solita batteria di angoli senza esito. 75’ Terzic: 6,5 Bravo ad entrare e a creare scompiglio, fino al tiro rimpallato dal braccio di Ruan Tressoldi.

BIANCO: 5 Seconda da titolare per il prodotto del vivaio viola ma la fisicità e il passo di Frattesi e Obiang sono un ostacolo troppo grande. Tanta fatica, rischio costante di perdita del pallone, tanti falli. In grossa difficoltà e certamente non aiutato da una mediocrità debordante intorno a lui. 46’ Castrovilli: 6 Non ha e non può ancora avere il passo per fare la differenza, per altro in un centrocampo del tutto inventato e improvvisato. Non può che andare a migliorare.

DUNCAN: 4,5 Il peggiore, non solo del centrocampo, ma anche nell’undici. Un primo tempo dove ben che gli vada viene anticipato, per non parlare di quando passa direttamente il pallone all’avversario. Qualche pallonata qua e là, qualche contrasto ritardato, insomma un pianto greco. 71’ Gonzalez: 6,5 Bentornato finalmente anche nel tabellino dei marcatori Nico. Prima un gol sfiorato di testa, poi freddissimo a trasformare il rigore del 2-1 finale.

IKONE’: 5 Purtroppo sembrano tornati i tempi cupi, pochi spunti, tanto caos, nessun tiro in porta (neanche alla bandierina però, se non altro). Qualche accelerata che provoca unicamente un giallo ma nel secondo tempo si fa fatica a ricordarsi della sua presenza in campo.

BONAVENTURA: 6,5 Mezza spanna sopra a molti altri compagni perché oggettivamente gioca uno sport diverso. Fa quasi compassione per come si agita, si dimena e cerca di mettere in moto i compagni. Ispira prima Kouame sotto porta, poi Milenkovic e nel secondo tempo ancora Kouame, che spreca. Avrebbe davvero bisogno di altro intorno.

KOUAME: 5,5 E’ il solito mix di gran movimento e frenesia, non sfonda mai contro Toljan e va paradossalmente meglio da centravanti quando almeno svetta di testa. Butta via un bel pallone di Bonaventura e dà quasi mai la sensazione di potersi rendere pericoloso.

CABRAL: 5 Uno sprint subito in partenza che sembra la bella copia dell’azione-gol con il Monza. Poi un altro pallone in verticale su cui però se la sbattere sulla schiena… e poi esce, forse acciaccato. Passi indietro, passi avanti, di fatto la Fiorentina non ha un 9 su cui poter contare con una continuità. 46’ Saponara: 7 Entra e segna subito. Dà lui il brio che magari ci si aspetterebbe da altri ed ha veramente il gran merito di sbloccare una partita che si stava ingarbugliando sempre di più.

ITALIANO: 5 Una formazione che lascia francamente attoniti. Per il resto la sua squadra ha messo totalmente in soffitto il possesso palla, dedicandosi invece alla verticalizzazione profondissima che però riesce una tantum. Una confusione disorganizzata, tanti errori e un approccio che non è certo quello della squadra che deve rimontare in classifica ma più di quella che aspetta con una certa sonnolenza il destino che l’attende, quasi non avesse il potere di cambiarlo. Rischia il tutto per tutto nel finale e i fatti però gli danno ragione.

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