Pietro Lo Monaco è il direttore sportivo vecchia maniera. Conosce tanto, forse tutto, anche dell’ambiente Fiorentina. Dice la sua, senza peli sulla lingua, ma anche con idee molto chiare, che la sua carriera dirigenziale, con trascorsi importanti tra Messina, Udine, Catania, Palermo e Genova gli ha permesso di maturare.

Da Gattuso ad Italiano, cosa cambia per la Fiorentina?
“Innanzitutto mi chiedo quale sia la linea generale. Perché sono due allenatori diversissimi, quasi all’opposto come modo di intendere il calcio. Italiano è sicuramente una scelta intrigante, ha grandi potenzialità, ma gli andrà costruita una buona squadra, senza lasciarlo solo. Gioca quasi sempre con il 4-3-3, un calcio bello e frizzante. Sarà determinante un finalizzatore come Vlahovic, un esterno come Gonzalez, che se crescerà ancora diventerà fortissimo, magari incontenibile. Manca ancora un attaccante a destra, ma arriverà, sono sicuro. E poi un regista in mezzo, che detti i tempi. Assieme ad Amrabat e Castrovilli, due che potranno fare un grande campionato. Poi non dovranno essere sbagliati gli interventi in difesa, lì la Fiorentina è mancata tanto negli ultimi mesi”.

Quali traguardi si possono prefigurare per la Fiorentina del prossimo anno?
“Mai dire mai, anche l’Europa. Se non saranno sbagliati gli acquisti tutto sarà possibile. D’altronde la Fiorentina deve stare in quelle zone lì, dopo le grandi ci deve essere. Lo dice la storia”.

Spalletti, Mourinho, Sarri, Inzaghi, Allegri. Chi la intriga di più?
“Tutti, sarà un grande campionato. Dove finalmente tornano in panchina le eccellenze. Ma anche nelle zone medio basse della classifica si farà un bel calcio. Italiano appunto, ma anche Dioinisi, Zanetti, ci divertiremo. Sono sicuro che Spalletti e Sarri per parlare delle grandi faranno ottime cose, ho molti più dubbi sulla Roma e su Mourinho”.

Potesse dire qualcosa a Commisso, un consiglio, cosa direbbe?
“I consigli non li do. Sono persone sicuramente capaci. Magari un suggerimento, con un filo di voce: abbandonare il pensiero di poter fare tutto lui, o chi per lui. Affidarsi e dare spazio a professionisti che sanno di calcio da tanti anni. Dargli spazio, e poi giudicarli nel bene e nel male per quello che hanno fatto, che hanno deciso. E meno polemiche, con l’ambiente. Più sorrisi, la Fiorentina deve tornare ad essere bella in tutti i sensi. D’altronde nessuno può nascondere che questi ultimi due anni sono stati davvero deludenti. Le critiche nel calcio ci sono da sempre, è spettacolo. E se si decide di entrarci si sta al gioco, sperando di sbagliare meno possibile”.

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