Caceres, Ribery e Callejon: partiamo da loro, tre grandi vecchi, tre che in carriera hanno vinto tanto e che dovrebbero trascinare il gruppo, tre che messi insieme rappresentano quasi il 15% del settimo monte ingaggi della Serie A (per chi avesse ancora carpito il dato statistico). Nessuno dei tre ieri era in campo al calcio d'inizio, messi fuori per scarse condizioni fisiche o forse per disperazione, alla ricerca di una scossa che nessuno sembra in grado di dare.

E poi c'è la difesa delle belle statuine, con Pezzella e Milenkovic travolti da Zapata e da un'Atalanta tutt'altro che travolgente e priva di Ilicic e Gomez. E che dire dei nazionali presenti in rosa? Pulgar uscito al 45', Amrabat incapace di mettere insieme due giocate utili in fila, Kouame di stoppare un pallone e Vlahovic di proteggerlo. Per finire con Biraghi che si è anche fatto male, per completare la giornata. Senza stare ad infierire su chi come Venuti o Eysseric non ha certo il compito di indicare la via e trascinare il gruppo, o su Bonaventura, Castrovilli e Lirola, trasparenti per usare un eufemismo.

Sono in tanti ad essere in condizioni psico-tecnico-fisiche drammatiche e a star imbastendo la peggior stagione delle rispettive carriere. Si può perdere naturalmente o giocare male, si possono sbagliare gol o fare mille errori ma non scendere in campo non è accettabile. Non dare il minimo segnale di vita non è proponibile ed è preoccupante che dopo così tanti schiaffi, nella rosa della Fiorentina non ci sia anima che mostri la minima voglia di reagire, di dimostrare un minimo di orgoglio. Una squadra vuota, con interpreti vuoti, con la luce spenta, la corrente staccata e il contatore fulminato. Possibile che nessuno in quello spogliatoio si guardi allo specchio e non senta di dover dimostrare qualcosa?

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