Il direttore sportivo dell’Udinese Pierpaolo Marino è intervenuto a SkySport per commentare il rinvio della sfida a porte chiuse in programma questo pomeriggio tra i bianconeri e la Fiorentina di Iachini. Queste le sue parole: “Noi non abbiamo alcun problema di date per recuperare questa partita, tenendo conto del fatto che non siamo impegnati nelle coppe. Vorrei però porre una domanda: giocare una partita in casa a porte chiuse è penalizzante per chi gioca in casa o per chi è in trasferta? E’ ovviamente una provocazione, perchè tutti sanno che andrebbe a discapito di chi gioca in casa. La lega quando a suo tempo prese la decisione di giocare a porte chiuse fece un errore grossolano. Le autorità hanno poi preso atto di questa scelta, attuando la decisione di quest’oggi. Questa eventualità avrebbe colpito maggiormente le squadre di quelle regioni con tanti casi di Coronavirus. Credo che il governatore Federiga abbia fatto molto bene a prendere provvedimenti in anticipo”.

Caro Marini,poteva capitare anche il contrario,che fosse la Fiorentina ad ospitare e penso che tu avresti accettato.
Quanti piagnistei! Sembra che non si possa giocare una partita a porte chiuse, fosse un intero campionato, capirei! Come se a dare calci al pallone fossero i tifosi. Via! I tifosi sono importanti, ma, alla luce di una precauzione istituzionale, pace! Andava giocato a porte chiuse e superare questa vile pantomima retorica del danno di chi perderebbe qualcosa. Il pallone il campo il numero dei giocatori il clima sarebbe stato uguale per tutti! Dunque rimandare una partita a porte chiuse per la vitale presenza dei tifosi..ma via! Già questa storia drl Corona Virus sta prendendo i contorni di una psicosi collettiva…per diffondere un altro virus ancora più potente, pericoloso: letale! Quello della paura. Un conto è prendere delle misure precauzionali, di fronte a un problema che circola. Un altro e manipolare tutto, al fine di creare terrore. È un vecchio stratagemma: il terrore immibilizza la gente e chi la comanda la tiene in pugno. E tutta questa vicenda anche nel calcio sta assumendo una risonanza perversa. L’uomo Insapiens Insapiens del 21 secolo si crede tecnologicamente un.fenomeno e poi davanti alla pseudo diffusione virtuale di un contagio tutto va in panne. Epidemie virtuali!