Nel suo editoriale per il Corriere Fiorentino, Antonio Montanaro ha raccontato il suo punto di vista circa il cambio verticale d'opinione intorno a Rino Gattuso, accolto come garanzia vera e propria e condannato ora da molti, gli stessi che magari vedevano nell'approdo di Mendes e dei suoi giocatori una prospettiva meravigliosa:

"Da "garanzia per la crescita della Fiorentina" a diavolo famelico al servizio di Jorge Mendes, re dei procuratori che rovinano il calcio. Tutto nel giro di 48 ore. Ma non solo: Gattuso è stato definito anche «violento, razzista e omofobo» dai tifosi del Tottenham che con una campagna lampo sui social, riprendendo frasi estrapolate da vecchie interviste e una rissa in campo di dieci anni fa con l’allora vice allenatore degli Spurs Joe Jordan (i due si riappacificarono dopo qualche settimana), ne hanno impedito l’ingaggio sulla panchina del club londinese. Ma come è possibile che in un battito di ciglia si possa passare dalle stelle alle stalle e senza neanche riuscire a difendersi? Non abbiamo mai creduto che nel mondo del calcio — ma anche fuori da quel mondo — potessero esistere «cavalieri senza macchia e senza paura». Le fiabe — scriveva Gianni Rodari, e lui se ne intendeva — 'aiutano a stabilire il confine tra le cose vere e le cose inventate'".

"Gattuso a 43 anni è nella vita quello che è stato sul terreno di gioco: generoso, schietto, a tratti duro, ostico, uno che non ha mai tirato indietro il piede, la lingua e perfino il portafogli (le cronache sono ricche di aneddoti su stipendi pagati di tasca sua ai collaboratori). Non c’è un solo calciatore, ex compagno di squadra o allenatore che parli male di lui. Ma questo non gli ha impedito di avere scontri e di sbattere porte in faccia. Gattuso è un personaggio che sicuramente può mettere nell’ombra chi lavora con lui (proprietari di squadre inclusi), è fuori dalle righe: si è spesso definito «più lumbardo che terrone», anche se ha sempre rivendicato con orgoglio le sue origini calabresi, tant’è che ha trasferito il suo piccolo-grande mondo familiare in Lombardia.

"Quello che ha fatto Gattuso nella sua vita è molto simile a quello che ho fatto io nella mia. È una grandissima persona, umile, oltre che un ottimo allenatore. Quando inizieranno le prime critiche sarò il primo a difenderlo", queste le parole di Rocco Commisso dopo la firma del contratto con la Fiorentina. Poi il patatrac, su cui circolano solo veline e indiscrezioni velenose: chissà quando sapremo cosa è successo davvero. Di certo Gattuso non usa i social network, non pubblica selfie, non va agli show in tv, non partecipa a conferenze stampa da mesi. Ma tutti sanno chi è, cosa rappresenta e soprattutto da chi è rappresentato. Forse è questa la sua colpa in un mondo continuamente alla ricerca di eroi o mostri da consumare in fretta?


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