In chiusura, l'attaccante viola Muriel a La Nazione ha raccontato anche qualcosa del suo passato: "Simeone meglio con me? Credo sia sotto gli occhi di tutti che noi attaccanti in generale siamo in un buon periodo e riusciamo a smarcarci bene per andare al tiro. Qui il gruppo è giovanissimo e sono tra quattro-cinque con una piccola esperienza in più. Ho capito subito che quando dicevo qualcosa a un compagno, questo mi ascoltava. Mi sono sentito addosso la fiducia, ho cercato di trasferire quello che so. Gruppo magnifico. Il calcio davvero mi ha dato tutto, nella vita. Da piccolo vendevo i biglietti della lotteria? Vero, con i soldi mi pagavo il biglietto della corriera per andare ad allenarmi a qualche chilometro di distanza, nell'Atletico Junior. Mio padre faceva il tassista, è un mestiere duro in Colombia. E noi in famiglia eravamo cinque, più mio nonno, quindi avevo bisogno di guadagnare se volevo giocare a calcio. Gol più bello? Ne ricordo uno forse migliore (di quello alla Samp ndr) segnato a Lecce, contro la Roma. Partii da destra, saltai tre giocatori e poi puntai al centro. Pum, sinistro in porta da trenta metri, non male. Stadio impazzito di gioia. Che bellezza per me. Il calcio è allegria, ricordiamocelo sempre".


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