Questa scena l'ho già vista, è un classico

Tra i cult del cinema anni ‘80, uno dei film più conosciuti è il capolavoro per eccellenza del regista Zemeckis, Back To The Future (in italiano Ritorno al Futuro) del 1985. Nella scena in cui il protagonista Marty McFly (interpretato da Michael J. Fox) incontra i genitori una volta tornato nel passato, a TV accesa esclama: “Ehi, io l’ho visto questo! L'ho visto, è un classico”. La frase è poi diventata un celebre meme nel mondo social, come racchiude la frase nel titolo. Dato il contesto, passiamo alla Fiorentina con qualche flashback.
Un po' di casi del passato nella gestione Commisso
Nell'estate 2021 riecheggia ancora quel “Quando mi offrono firmo” di Dusan Vlahovic; quel rinnovo non arriverà mai e lui a gennaio sceglierà la Juventus, con la società che aveva temporeggiato a lungo. Pochi mesi dopo si manifestò l'intenzione di non riscattare Lucas Torreira, a causa soprattutto di commissioni reputate insostenibili. Si arrivò allo scontro facendo scadere il termine di riscatto e ritentando l'offerta all'Arsenal poco dopo, praticamente dimezzando la proposta. E quante volte il club viola ha usato la mano di ferro sull'argomento procuratori e costi aggiuntivi, arrivando a muso duro e mancando tante opportunità di mercato per tale comportamento spigoloso. Un esempio è Tessmann, nella scorsa estate.
Quanti indizi fanno una prova?
Ecco, torniamo per un attimo alla frase iniziale. “Questa scena l'ho già vista, è un classico”. Per carità, in questi anni la Fiorentina ha dovuto fare i conti con caratteri decisamente particolari, dovendo lottare per non farsi mettere i piedi in testa. Alcuni casi sono stati difficili da sbrigliare, alcune situazioni si sono rivelate molto scomode fino a risultare grottesche, come i famosi venti giorni di Gattuso e le tiritere con Mendes. Ma quanti indizi servono per fare una prova e illuminare il fatto che anche l'operato del club è quantomeno discutibile se il fine è distendere e rasserenare i rapporti?
Il mercato non è neanche iniziato e il loop è già in atto
Insomma, il ciclo si sta già ripetendo e il mercato neanche è iniziato. Delle intenzioni della Fiorentina circa Gudmundsson non è dato sapere niente, con la netta sensazione (come conferma lo sconto proposto al Genoa) di far scadere il termine di riscatto per poi eventualmente riprovarci. Con Dodô il rapporto è ai minimi termini, perché le tempistiche e le modalità del rinnovo hanno deluso il calciatore e perché le commissioni dei procuratori fanno storcere il naso al club, facendo muro.
Un modus operandi ormai tipico, dagli esiti inevitabili
Si ripete per scansare equivoci: i calciatori fanno il proprio interesse, quindi spesso guardano poco in faccia ai concetti di fedeltà alla maglia o cose simili. Magari, quindi, adottano comportamenti non graditi dal tifo mettendo davanti le proprie esigenze. Ecco, ma a maggior ragione, chi dovrebbe preservare la loro permanenza in un club? Loro o il club stesso? Altrimenti si ribalta una logica che nel calcio è piuttosto basilare. Il concetto fondamentale è che se prima queste operazioni (vedi Torreira) suscitavano sgomento, adesso (vedi Gudmundsson e Dodô) sembrano recepite come prevedibile abitudine da una larga fetta di opinione pubblica. E allora la domanda, probabilmente retorica, sorge spontanea: questa scena l'abbiamo effettivamente già vista?