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C'erano una volta i New York Cosmos, quelli che per intendersi lanciarono il concetto di calcio (o di soccer, come dicono loro) in America, tesserando i vari Chinaglia, Pelè e Beckenbauer a cavallo tra gli anni '70 e '80. In un reportage del Corriere dello Sport si legge però come il club salvato dal fallimento nel 2017 da Rocco Commisso affronti una fase veramente complessa: innanzitutto a gennaio è stata annunciata l'interruzione di ogni attività in questa stagione. Tra due settimane inizierà la stagione della Nisa (un po' come la nostra Serie C), di cui i Cosmos fanno parte e il 1 maggio il campionato ma la squadra del patron viola non scenderà in campo. Nei mesi scorsi per altro erano state dismesse le giovanili e risolti molti contratti (che in America sono annuali). La motivazione ufficiale è "lo stato di pandemia".

Di fatto però molti altri club ripartiranno e allora le ruggini, spiega il quotidiano, si spiegano più che altro con la battaglia avviata da Commisso tempo fa per l'ammissione dei Cosmos alla MLS: in America infatti il sistema delle varie leghe non funziona con promozioni e retrocessioni ma sulla base dell'iscrizione, che deve essere ovviamente accettata dalla lega stessa. Per i Cosmos invece non c'è stato niente da fare e da qui il distacco della proprietà.

Un distacco acuito poi nel momento in cui Commisso ha rilevato la Fiorentina, perché lo stesso Joe Barone si è allontanato dalla realtà newyorkese. E c'è chi in America attribuisce proprio alla concentrazione sul club viola, il declino definitivo dello storico club della Grande Mela: "Rocco ha in mano il destino, soldi e risorse perché il club torni competitivo ma è concentrato sulla Fiorentina e lì sta incontrando problemi", ha commentato John Frusciante, podcaster che segue da vicino i New York Cosmos.


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