Non c'è voglia di parlare in casa Fiorentina. Comprensibile. Dopo la cocente sconfitta di Atene ai microfoni si è presentato il solo Vincenzo Italiano, oltre al capitano viola Cristiano Biraghi. Se per il primo sarà addio, il secondo nel suo intervento ha sottolineato un concetto che fa presupporre la sua permanenza in viola anche per il prossimo anno. 

"Finché sarò io capitano ha detto Biraghi a Sky - tutti daranno il massimo per raggiungere l'obiettivo". Che Biraghi non stia simpatico ai più, è cosa nota. Che in molti non vedono di buon grado la fascia di capitano al suo braccio, anche. Le sue dichiarazioni, nonostante sincere e responsabili, non sono state accolte con favore. La finale fa male e lo farà ancora per molto tempo. Un dolore arrivato per l'ennesima sconfitta in una gara alla portata. 

Ma a fare arrabbiare, a mente fredda, è il comportamento della Fiorentina in campo: paurosa, senza grinta, poco lucida. Praticamente le regole da non seguire per affrontare una gara del genere. Anche Italiano nel post partita aveva accennato a una squadra che aveva dato tutto quello che aveva. Tra energie spremute fino all'ultima goccia e promesse di dare tutto, come se fosse l'ultima gara della vita. La realtà è che alle promesse è subentrata la paura di perderla e così è stato. L'altra realtà è che Fiorentina è arrivata a quota 3 finali perse in due anni. E fa malissimo, adesso come non mai.

Un nuovo record di cui la società potrà vantarsi: arrivare in tre finali e perderle tutte. Primi per bilancio, infimi per risultati sportivi. Una delusione che ha nomi e cognomi
Quando una squadra con il centravanti incontra una squadra senza centravanti, quella senza centravanti è una squadra mo...

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