Rimandati a settembre, si diceva un tempo. La Fiorentina a Milano, per l’ennesima volta, va sotto, gioca anche bene, crea ma perde. Può accadere una volta, due volte, magari tre. Quando accade così spesso, almeno ultimamente, non può essere colpa del caso, degli arbitri, della sfortuna. La verità è una sola: questa squadra ancora non è matura, non è forte come qualcuno voleva far credere, non è pronta per fare il salto di qualità. Stop. 

Stessi limiti

Lo ripetiamo da tempo, non perché siamo dei veggenti, ma perché cerchiamo di essere onesti ed equilibrati: è una squadra che non si discosta da quella dello scorso anno. Una Fiorentina da settimo-ottavo posto al massimo. Che non ha risolto il nodo del centravanti (anzi sembra averlo addirittura peggiorato), che ha speso evidentemente male i soldi investiti (perché Commisso li ha tirati fuori, questo conferma anche l’ultimo bilancio), che ha ceduto Amrabat obbligando l'allenatore ad avere sempre tra i titolari uno tra Duncan e Mandragora (vogliamo parlare delle qualità di questi due calciatori?). E' in atto una gestione societaria che appare forte, dura, autoritaria all’esterno, ma che evidentemente all’interno non ha la stessa presa, la stessa capacità, la stessa forza sullo spogliatoio. Una dirigenza che soprattutto non sembra avere le capacità di far crescere, qualitativamente parlando, questa squadra ferma sempre ai soliti limiti, ai soliti problemi, alle solite lacune. 

Valutazioni sbagliate

Certo, forse anche Italiano ha sbagliato le proprie valutazioni, si è sbilanciato troppo ad inizio stagione, lui come i dirigenti, alzando l’asticella e quindi anche le aspettative di tutti. Che oggi sicuramente, dopo quattro sconfitte nelle ultime cinque partite di campionato, portano maggiori critiche, maggiori discussioni. Siamo sicuri che nelle prossime gare di campionato, qui in ordine, Salernitana, Roma, Verona, Monza, Torino, Sassuolo, Udinese, Bologna, la squadra viola avrà la possibilità e le capacità di rialzare la testa, di migliorare la propria classifica. 

Senza giocatori di prima fascia

Sarà il 21 gennaio, al termine di questo ciclo. Il mercato sarà aperto e ci auguriamo per quella data che qualche attaccante si sia sbloccato, che i numeri offensivi saranno migliori. Ma anche se così fosse occorrerà un forte aiuto, per arrivare nell’Europa che conta, per provare a vincere la Conference, per far vedere e capire di aver fatto un nuovo step verso l’alto. Questa squadra non ha più, Gonzalez a parte, calciatori di prima fascia, giocatori che fanno la differenza con una giocata, che alzano il tasso qualitativo, questa è la verità. 

Occorrono dichiarazioni diverse

E Italiano non sta riuscendo a tirare fuori qualcosa in più dai calciatori che ha a disposizione. Responsabilità sua o limiti dei calciatori? Sicuramente, in questo momento, le solite frasi dei dirigenti a fine partita che parlano sempre di sfortuna, di ottima prestazione, di difficoltà arbitrali, non aiutano. Anzi, giustificano una squadra che pensa, crede sempre, di aver dato il massimo. Anche quando non è evidentemente così. Occorrerebbero dichiarazioni diverse, prese di posizione diverse, anche scuse in qualche momento. Perché i tifosi, per primi, sono stanchi dei soliti discorsi. 

Soldi spesi male

Chiudiamo con una battuta: al momento il Viola Park non sta portando punti, anzi li sta togliendo, lo dice la classifica. Questo per dire che, nel centro sportivo più bello d’Europa (ancora grazie a Rocco), occorrerebbero calciatori di livello importante. Altrimenti rimarrà tutto bellissimo, ma incompiuto. E da Chiesa in poi, passando per Vlahovic e Amrabat, i migliori se ne sono sempre andati e nessuno è arrivato. Soldi spesi, ma spesi male. Il primo ad essere arrabbiato sarà sicuramente Rocco. Noi, al suo posto, vorremmo vedere una Fiorentina molto diversa. 


💬 Commenti (30)

Edito da A.G.E.T. – Associazione Giovani Editori Toscani
via Masaccio, 161 50132 Firenze
P.Iva, C.F., Iscr. Reg. Imprese di Firenze nr. 06173570489.
Iscrizione ROC n. 21380 AUT. TRIB. di Firenze N. 5209 del 24/10/2002

Powered by Slyvi
Depositphotos logo
Depositphotos logo