Domenica ero allo stadio per vedere Fiorentina-Juventus. Combattuto, con lo stato d'animo sicuramente non al massimo per il periodo. Le guerre, le immagini dei bambini morti che vediamo ovunque, il terribile alluvione che ha colpito le zone vicino a Firenze e tanta Toscana. Il dolore che si percepiva ovunque e quell'aria pesante. Ero in tribuna, tra i tifosi, non in tribuna stampa. Guardavo la Fiesole, dimezzata e con poco tifo. Non era, non poteva essere la stessa cosa. La Curva non c'era, nella partita da sempre più importante. Scelta legittima, ma soprattutto coerente, in un momento storico dove la coerenza viene sempre messa da parte, a seconda della convenienza. E quindi applausi per tutti quei ragazzi che hanno passato la giornata a spalare, che avevano chiesto (senza aiuto di nessuno) di rinviare la gara, che non avevano né voglia né tempo di andare allo stadio. E immagino che sacrificio sia stato.

Un Franchi razzista e becero

Ma torniamo allo stadio. Lo dico con dispiacere, lo dico con amarezza. Siamo in una fase storica in cui tutto quello che vediamo attorno a noi, ci dovrebbe far essere più equilibrati, quantomeno più pensierosi o edulcorati, invece ho trovato un Franchi razzista, becero come non mai. E credo che sia così non soltanto a Firenze, ma ovunque. La gente incattivita, un problema non tanto calcistico ma sociale mi sembra.

Un ragazzo maleducato offeso nel peggior modo

Finalmente (?)  potremo dire che i cori 'zingaro', non sono responsabilità soltanto del cuore della Fiesole, dei famosi ultras. Domenica loro non c'erano. E chi era al Franchi ha visto, anzi sentito benissimo, quanti erano ad intonare quei cori a Vlahovic. Tantissimi, migliaia. Li avevo anche accanto, vicini. Adulti, non soltanto ragazzi. Padri di famiglia, avvocati, imprenditori, medici. Che se la prendevano con un ragazzo maleducato (a proposito, ma possibile che nessun commissario di campo possa impedirgli di provocare continuamente il pubblico e di aizzarlo ancor di più?), nel modo più assurdo e schifoso possibile: quello del razzismo.

L'esempio che ci hanno dato gli ultras

Ci siamo contati. Finalmente non si dirà più (o meglio lo diremo comunque, sapendo che è una bugia) che sono pochi centinaia di esagitati a cantare certe cose. Lo stadio di Firenze è in gran parte uno stadio razzista, come tanti altri stadi d'Italia, né più né meno. E allora mi sono tornati in mente quei ragazzi a spalare, che ci hanno dato un messaggio diverso. Di bellezza, di aiuto, di socialità. Ma perché allo stadio ci si trasforma? Perchè allo stadio è tutto concesso? Perchè la Fiorentina, che con la sua proprietà tante volte si è scagliata giustamente contro tifoserie razziste e maleducate, non dice nulla? Non prende le distanze, questa volta non dagli ultras, ma da migliaia di normali abbonati? 

Adesso è arrivato il giudice sportivo, dalla prossima pagheranno tutti. La Fiorentina, intesa come squadra, e quei tifosi che non c'entrano niente. Per colpa della solita imbecillità. Sempre maggiore, nonostante un momento dove il mondo ci chiamerebbe a sensibilità diverse. Ma, sempre che ci si volontà cambiare, sarà un lavoro lungo e faticoso.

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