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Il calcio italiano sta vivendo una crisi finanziaria senza precedenti, un dato che emerge con fragore da un'inchiesta sui conti delle società di Serie A condotta da La Gazzetta dello Sport.

Come uscirne da questa crisi dei conti? I proprietari che possono permetterselo mettono mano al portafoglio. Già nel 2019-20 gli apporti dei soci dei club di A erano sensibilmente incrementati: quasi 700 milioni tra versamenti in conto capitale e prestiti, contro i circa 200 del 2017-18 e del 2018-19, soprattutto in virtù dell’aumento di capitale da 300 milioni della Juventus (concepito per gli investimenti, rivelatosi una diga contro la pandemia) e delle iniezioni di Commisso nella Fiorentina (circa 70 milioni nella scorsa stagione). I club costretti ad operare in autosufficienza devono compiere salti mortali.

Altro capitolo a cui guardare è quello dell’esposizione verso le banche e gli istituti di factoring; in generale si è mantenuta su livelli molto alti (1,5 miliardi) e sono in crescita i debiti verso i fornitori: 541 milioni nel 2019-20, erano 371 nel 2015-16. Al 30 giugno 2020 soltanto tre squadre di A non avevano debiti bancari: Cagliari, Fiorentina e Napoli (più la retrocessa Lecce).


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