Nonostante la salvezza anticipata, il finale di stagione della Fiorentina sta dimostrando di avere davvero il veleno nella coda. Da un lato il patron Commisso, dall'altro i giocatori con il post di Venuti di qualche giorno fa e le dichiarazioni di ieri di Biraghi nel post gara. L'esterno mancino ha ringraziato calorosamente e legittimamente Iachini per la salvezza conquistata, salvo poi togliersi una discreta parte di sassolini dalla scarpa. Anche lui, dopo che la sua squadra ha disputato una stagione a dir poco esasperante e che tale era stata già dalle prime battute.

Nel mirino c'è finito Prandelli, con il quale evidentemente i rapporti non erano idilliaci, visto l'epilogo dell'avventura del tecnico di Orzinuovi e il fatto che Biraghi da titolare inamovibile era stato dirottato più verso la panchina. L'allenatore bresciano non era certo la soluzione idilliaca del club gigliato ma solo quella "di comodo", per arrivare a fine stagione limitando i danni. Così come non sarebbe certo potuto essere quella del futuro. Quando però ci fu il cambio di panchina, va ricordato come la Fiorentina di Iachini fosse dodicesima a quota 8, in 7 giornate: in media fanno circa 43, tutt'altro che un punteggio da Europa.

Prandelli ha avuto la sua parte di meriti su alcuni singoli, così come la sua dose di colpe nel gestire la situazione, avendo quantomeno il buongusto di farsi da parte senza tirare in ballo nessuno. Forse andrebbe spiegato ulteriormente che questa non è né la stagione, né tantomeno il biennio delle celebrazioni, delle dita davanti alla bocca e dei sassolini da togliersi dalle scarpe: nessuno nel gruppo viola di oggi è nelle condizioni di scagliare la cosiddetta prima pietra, tantomeno chi protagonista in negativo lo è stato per tutto il corso dell'anno.


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