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Enrico Preziosi, presidente del Genoa, ha parlato a Radio Radio poco prima dell'assemblea straordinaria di Lega: "Si vive alla giornata, senza un programma perché è difficile farne. Se si parla sportivamente, conoscete la situazione. Economicamente e politicamente la situazione è ancora da vedere. È difficile definire questa situazione con un pensiero: viviamo alla giornata. Provvedimenti per la Serie A? Intanto si sta cercando di programmare verso fine marzo e primi aprile, ma evidentemente siamo di fronte a una situazione che va monitorata. Finché ci saranno tanti contagi e morti, non so i provvedimenti che ci riguarderanno. Io, come tutti, speriamo che si possa dare continuità al campionato. Sarebbe importante per tutta la Serie A, ma non dipende certo da noi. Allenamenti? Come già ribadito, è impossibile pensare a una ripresa a macchia di leopardo: chi riprende prima, chi riprende dopo. Ci sono situazioni endemiche, come quella in Lombardia, e non si può dire “io ricomincio, tu aspetti”. Molte squadre sono in quarantena e non si può pensare che uno riprenda prima degli altri solo perché non ha la stessa situazione degli altri. E lo dico augurandomi che il contagio non si propaghi a tutto il resto d’Italia. Una ripartenza dovrà essere condivisa da tutte le società. Playoff e playout? L’unico rimedio è quello di tentare di finire il campionato: le ipotesi playout e playoff sono un’idiozia totale. Non voglio prenderle nemmeno in considerazione. Non sono previsti da regolamento e dalle norme della Serie A: non si possono inserire strada facendo soltanto perché vi è un fatto straordinario. Bisogna solamente fare di tutto per terminare il campionato, anche perché ci sono problemi a livello economico e di diritti televisivi. Evidentemente questo non dipende tutto da noi, ma dalle norme e dagli input che arriveranno dal nostro Governo. E le società? Per evitare maggiori danni – e danni ce ne sono già per le partite a porte chiuse già giocate, per quelle si giocheranno e per i mancati incassi – il discorso va un po’ spostato. Se noi terminassimo il campionato, l’impatto sarebbe molto inferiore. Ci sono diritti televisivi e sponsor che incidono molto sulle casse di una società. Questo aspetto va disciplinato e calcolato in funzione di ciò che riusciremo a fare: se il campionato terminerà, l’impatto sarà gravoso, ma non quanto ci si potrebbe aspettare. Proroga dei contratti? I lavoratori dipendenti hanno contratti che costituzionalmente sono validi. Poi se ci sono deroghe da una federazione oppure un ente che permettono di allungare i termini, questo è un altro discorso. Tenga presente che noi abbiamo tanti giocatori in prestito che a giugno scadono e sono giocatori che al primo luglio sono di un’altra squadra. E poi ci sono riscatti in base alle prestazioni che un calciatore offre. Partire a giugno sarebbe veramente un disastro. Se poi c’è un ente autorizzato a dare deroghe, in quel caso tutto è possibile".

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