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Questo pomeriggio lo scrittore e grande tifoso del Napoli Maurizio De Giovanni, durante un collegamento con Radio Bruno, ha avuto modo di analizzare come la squadra di Antonio Conte, prossima avversaria della Fiorentina di Pioli, ha iniziato la stagione. Questo un estratto delle sue considerazioni: 

“Non avrei mai detto che avremmo vinto due scudetti in cosi pochi anni, anche se tutti i tifosi napoletani lo hanno sempre sperato. Essere tifosi di qualsiasi squadra significa avere un forte sentimento identitaria e sentirsi sempre molto ottimisti: fa parte del tifo essere speranzosi che succeda qualcosa di positivo. Noi abbiamo avuto la possibilità di veder vincere il tricolore due volte in tre anni, un beneficio straordinario di cui possono beneficiare in pochi”.

“Ecco cosa sottolineerei della vittoria dello scudetto del Napoli"

Ha ance aggiunto: “Su 117 scudetti vinti in italia, sono stati vinti soltanto 5 scudetti al sud di Roma: i 4 del Napoli e quello del 1970 del Cagliari. Credo che questo sia molto significativo di quella che è stata l’impresa, anche se è normale che essendo un industria ci siano più strumenti e capacità al nord. La corsa piu interessante è che il Napoli riesce a fare tutto ciò con una proprietà italiana: è una delle poche società di vertice del nostro calcio assieme alla Lazio a poter disporre di una società nostrana e che non abbia bisogno dell’entrata di fondi esteri. Questo credo che sia una delle cose da sottolineare maggiormente quando si parla del Napoli”.

“I napoletani hanno un forte sentimento identitario”

Un focus sul tifoso napoletano: “Noi abbiamo un forte sentimento identitario: il tifoso del Napoli tifa per il Napoli e per la propria terra. E di Napoletani sparsi nel mondo ce ne sono veramente tanti, siamo quasi 6 milioni, e vittorie come quelle degli ultimi anni non possono che farci inorgoglire ed emozionare”

“Gli ultimi due scudetti sono unici, ma preferisco il secondo”

Un commento anche sugli ultimi due scudetti: “Ci sono stati dei momenti epici e fondamentali per il raggiungimento del traguardo. Quella di Spalletti è stata una lunga cavalcata partita in solitaria: fu un’annata particolare segnata dal mondiale in inverno. Il Napoli aveva un solo giocatore al Mondiale, Anguissa, e questo permise al tecnico di rifare nuovamente la preparazione durante la lunga sosta e di arrivare alla ripresa al 100%. Per Conte invece non è stato cosi: ha sempre sottolineato come non si potesse vincere lo scudetto senza soffrire, e alla fine ha avuto ragione lui. Il gol di Billing in casa, che porto a pareggiare la sfida contro l’Inter, è stato il momento in cui la squadra ha capito che si poteva bissare la vittoria di due anni prima. Se dovessi scegliere uno dei due scelgo il secondo perchè è stata inattesa: nessuno si aspettava una cosa del genere dopo una stagione come quella precedente, frutto di una gestione fallimentare e conclusa al decimo posto”.

“La scelta di restare di Conte ha spiazzato tutti”

Ha poi concluso della permanenza in panchina di Antonio Conte: “Anche io ero tra quelli convinti che Conte alla fine dello scorso anno sarebbe andato via da Napoli, non vedevo grande sintonia tra l’allenatore e la società mentre con la piazza era riuscito a far breccia subito: i tifosi azzurri hanno apprezzato molto la sua schiettezza. Emblematico quando si rifiuto di saltare durante un coro contro la Juventus, confessando successivamente che non sarebbe potuto andare contro il suo passato: questo venne apprezzato molto dai tifosi. A Giugno ha chiesto determinate garanzie che la società gli ha poi dato, e per questo alla fine ha scelto di restare: quale altre squadre avrebbero potuto offrire al tecnico un progetto come quello di De Laurentiis?”


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